Google, scuole, Polizia e Ministero della Gioventù: attenzione a non perdere la bussola

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Google, scuole, Polizia e Ministero della Gioventù: attenzione a non perdere la bussola

È appena iniziato il secondo anno di una partnership tra Google/YouTube e Polizia delle Comunicazioni, con il sostegno del ministero della Gioventù. Il suo scopo è dare consigli ai giovanissimi per non perdersi nella rete:

l'iniziativa "Non perdere la bussola" insegna ai giovani dai 13 ai 18 anni come sfruttare le potenzialità del Web senza correre rischi. La prima edizione ha riguardato 180mila studenti di oltre 450 scuole. Gli argomenti dei workshop formativi saranno: tutela della privacy, netiquette e norme di comportamento nelle community, segnalazione di contenuti inappropriati, cyberbullismo e tutela del copyright.

Buona idea. A parte le eccezioni che leggerete fra poco. Prima vorrei chiedere: se hanno già partecipato 180mila studenti da 450 scuole, perché in Rete non si trovano subito (nemmeno sul sito della Polizia di Stato un elenco completo di queste ultime, e magari i pareri di qualcuno che ha già partecipato? Ma andiamo al sodo.

Copiare è sbagliato? Mica sempre…

L’articolo di NBTimes sullo stesso tema aggiunge che: “Tutte le risorse del progetto sono accessibili sul sito Web dedicato. È altresì disponibile il materiale relativo ai seminari formativi predisposti nell’ambito del progetto. Al momento la pagina del materiale contiene una mappa per “la navigazione sicura su YouTube, comprendente alcuni suggerimenti sintetici da seguire per stare lontani dai guai e divertirsi senza pensieri!". Purtroppo quella mappa ha un paio di problemini (per il resto è ottima: seguitela!). La seconda pagina dice, fra le altre cose:

  • Rispetta il diritto d’autore. Se non sei il proprietario di un contenuto, non caricarlo in rete.

  • Copyright

    • Sii Originale! Pubblica solo opere di tua creazione.

    • Non pubblicare video con musiche o programmi protetti da diritto d’autore, anche se parziali

Il diritto d’autore va rispettato, anche se difenderlo con certi argomenti non ha molto senso. Pubblicare online o scaricare di tutto anche quando non serve veramente poi, è come minimo stupido, perchè aiuta solo le industrie discografiche. Però chi legge quel pezzetto della mappa rischia di farsi un’immagine incompleta e a senso unico del diritto d’autore, che conviene solo alle industrie. Proprio come avveniva nel 2009 col progetto “Rispettiamo la Creatività, da cui sto ancora aspettando risposta alla domanda “ma lo spiegate agli studenti che esiste anche musica nuova che è legalmente scaricabile gratis?”.

Infatti i contenuti, di qualsiasi natura, protetti da diritti d’autore si possono (ri)pubblicare legalmente eccome, SE chi detiene quei diritti li ha usati proprio per pubblicare quelle opere con licenze aperte. Licenze come le Creative Commons, che Google e YouTube fra l’altro conoscono benissimo, visto che permettono di cercare solo file con certi diritti di utilizzo. Insomma, se volete sapere quando e come potete copiare su o da Internet, lasciate perdere quella mappa di YouTube. Per non perdere la bussola, leggetevi la Guida per scuole e famiglie al diritto d’autore, che ho scritto insieme a vari esperti proprio per spiegare queste cose!

Anche denunciare chi attacca è un attacco?

La YouTube Map dice anche: “Aiutaci a tenere YouTube pulito non pubblicando video che… attaccano o umiliano le persone sulla base della loro etnia, religione, disabilità, sesso, età, orientamento sessuale…Segnala tutti i video che violano queste norme!"

Purtroppo a quella parte della mappa manca un link a “Su YouTube il censore potresti essere tu”, una pagina in cui Daniele sensi denuncia “la frustrazione di dover tutelare il proprio lavoro dalla superficialità degli utenti cui esso è indirizzato". Il grassetto è mio, che più che “superficialità” avrei scritto “enorme imbecillità”. Perché spesso Sensi carica su YouTube, solo per denunciarli, gli attacchi su base etnica, religiosa eccetera di Radio Padania. Ma spesso se li ritrova cancellati a causa proprio di segnalazioni fatte da utenti che “credono di affossare Radio Padania, ma non fanno che affossare chi le nefandezze di Radio Padania le denuncia”. E quando Alessandro Giglioli ha cercato invano di spiegare questo a Google, si è arreso sconsolato chiedendosi chi fosse più grottesco: “Se la Lega, la cui radio diffonde contenuti più censurabili dei discorsi di Hitler; o se Google, che non riesce a capire la differenza tra l’incitamento alla violenza e la denuncia di questo incitamento”. Spero proprio che, almeno nei prossimi workshop di “Non perdere la bussola”, differenze come queste verranno spiegate seriamente.

Angolino dell’autopromozione

Quest’anno i workshop di “Non perdere la bussola” coinvolgeranno anche chi dovrebbe educare i giovani ma spesso non ne sa abbastanza per farlo: “appena il 18% dei genitori è in grado di affiancare i figli in un approccio corretto e responsabile ai media digitali”. Viva i workshop allora! Se però ve li perdete, ricordatevi che ci sono anche corsi online, adatti anche a genitori e altri educatori, che spiegano proprio le stesse cose e anche tante altre.

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