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Formati aperti: la Regione Veneto li promuove, la Camera di Commercio di Belluno li ignora

Come ho spiegato in un altro articolo, i formati dei file sono importantissimi: se, almeno negli enti pubblici, non si usano formati aperti si può sprecare denaro pubblico, ritrovarsi prima o poi con documenti pubblici digitali illeggibili, e costringere a spese inutili chiunque debba interagire per lavoro o altro con quegli enti.

Software libero, Internet e autismo: una famiglia racconta

Ubuntu è un sistema operativo alternativo a Windows, ma privo di costi di licenza. Quando ho letto sulla mailing list di Ubuntu questo messaggio:

A proposito di acqua pubblica o privata a Roma...

L'11 febbraio 2010 avrà luogo una manifestazione a Roma contro l’ulteriore privatizzazione di Acea, per ribadire (citando da inviti su Internet) che “l’acqua è un bene di tutti e che nessun Sindaco - per quanto eletto - può disporne come se gli appartenesse”

DDL su neutralità della Rete e software aperto: hmmm...

(interessante aggiunta fatta il 2/2/2018, vedi in fondo…)

Il 16 aprile 2009, nel corso dell’incontro Libertà di rete. Libertà di software, sono state presentate le proposte del Pd per la neutralità della rete (“fondamentale per garantire a tutti democrazia e saperi”), concretizzate in una proposta di Disegno di Legge che era stata annunciata su Internet qualche settimana prima. Già il 4 aprile 2009, infatti, avevo pubblicato alcuni commenti e suggerimenti a quella prima versione del DDL.

Cosa ci faremmo con le auto di Termini Imerese?

Qualche giorno fa ho sentito alla radio un’intervista a operai e sindacalisti dello stabilimento FIAT di Termini Imerese, che secondo l’azienda dovrebbe smettere di produrre auto nel 2011 perché non è competitivo. La cosa che più mi ha colpito sono state le dichiarazioni di diversi intervistati che “in Italia si producono troppo poche automobili” e che a Termini Imerese si può e si deve continuare a fabbricare auto quanto e più di oggi, punto. Nessuna incertezza su questo. Questo mi ha colpito molto perché

Acqua pubblica o privata? All'australiana, grazie!

In questi giorni in Italia si parla parecchio della prossima “privatizzazione dell’acqua”. Per molti è un furto dell’acqua da impedire, e basta. C’è anche una campagna nazionale “Salva l’Acqua”. Altri sostengono che certe preoccupazioni sono solo allarmismo, se non vere e proprie bufale, perché l’acqua in quanto tale rimane pubblica e arriva solo la possibilità di far gestire le reti di distribuzione anche a privati. C’è chi fa notare che sprechi enormi ci sono o ci sono stati anche con gestioni pubbliche dell’acqua e chi fa notare che Parigi, dove la gestione era privata, sta facendo dietrofront.