Innovatori Jam 2011: com'è andata?

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È appena finito Innovatori Jam 2011, un evento online sull’innovazione in Italia. Questa è una sintesi di alcune cose che ho detto io, e di altre interessanti che ho letto (link alle fonti in fondo all’articolo).

Open data (e mentalità nella PA)

Parlando di Open Data, ho trovato un’interessante spiegazione storica di certe resistenze culturali alla loro diffusione: “la nostra PA è ancora militarizzata. Un dipendente pubblico si chiama pubblico “ufficiale” come nell’Esercito, e non è un caso visto che la PA è di derivazione sabauda (la piccola Prussia italica) che era uno stato militare, gerarchico, top-down, dove non era previsto l’ascolto e meno che mai la diffusione di dati. Sicuramente gli Open Data ci direbbero cosa accade, ma se non si passa da pubblico ufficiale a public servant, cambieranno tutto per non cambiare niente”.

Interessante, no? Anche se sembra implicare che gli Open Data siano solo trasparenza, non anche riuso. Che è una delle ragioni per cui i dati pubblicati da Enel sono stati definiti non Open, e apprezzabili solo a metà. Comunque, è vero che gli Open Data da soli sarebbero “una soluzione tecnologica e non di una innovazione di processo o di servizio”, cioè che il problema maggiore è culturale, come ho scritto qui.

C’era poi chi sottolineava che “chi va “chiamato” a fare Open Data è in sostanza il settore Pubblico, dalla PA centrale a Regioni, Province e Comuni”. Io su quel “in sostanza” non sono d’accordo. Nel senso che chi va chiamato a fare Open Data è anche il settore privato. Perché continuo a trovare segni che o è già così, o non può che andare così in futuro, per ragioni di crescita economica, oltre che di trasparenza. Per questo ho chiesto: dove stanno le associazioni di categoria quando si parla di Open Data? Fra chi dovrebbe chiederli ufficialmente e a gran voce, nonché produrne di propri, ci sono le associazioni di categoria professionali, da Camere di Commercio a Coldiretti e associazioni di PMI di ogni settore. Questo semplicemente per “bieco” interesse e profitto, cioè perché aprire tutti quei dati può avere notevoli benefici economici per tutte quelle imprese. Ho fatto un esempio per il turismo, ma il discorso è assolutamente generale.

Perché questo ancora non avviene quasi mai, almeno in Italia? È solo un problema di informazione, cioè che ancora quasi nessuno in quegli ambienti si è reso conto del valore economico di quei dati? È solo, almeno per alcuni, semplice paura di perdere rendite di posizione cambiando il modo di lavorare?

Certo, ci sono forti dubbi. tipo: “potete citare un’azienda che - senza finanziamenti pubblici o venture capital - sia riuscita a costruire un business sostenibile dai dati aperti?… Cosa dire ad un’amministrazione indebitata fino al collo e ad un passo dal non essere in grado di fornire servizi per convincerla ad investire su questo?". Io ho risposto che c’è chi, come Goolzoom in Spagna, lavora solo su Dati Aperti, anche se cose del genere creano ben poca occupazione. Credo sia più interessante ragionare su quante imprese NON informatiche (e quanti dipartimenti della stessa PA) camperebbero meglio spendendo meno (cioè riuscirebbero a sopravvivere, se non a creare altri posti di lavoro) se i dati di cui hanno bisogno fossero aperti. E per convincerle, quelle amministrazioni pubbliche indebitate fino al collo (cioè quasi tutti gli Enti Locali italiani) gli dico questo. E a chi poi chiede “perchè non fare prima cose di maggiore impatto, tipo Business Intelligence sulla Sanità in modo serio?" rispondo prima di tutto che una cosa non esclude l’altra, visto che aprire i dati costa poco. E soprattutto che uno dei motivi di aprire i dati è permettere a tutti di fare Business Intelligence, non solo a pochi eletti.

Ancora Open Data (e altro)

Nell’Innovatori Jam ho scritto e letto molto di più, tanto da non farlo entrare in una sola pagina. Tornate qui presto e troverete:

Per ora, chiudo ricordando che è stato prolungato fino al 31 dicembre 2011 questo sondaggio, aperto a TUTTI i comuni e regioni italiani, il cui scopo è “misurare il grado di apertura dei dati prodotti dalle Pubbliche Amministrazioni locali dell’Unione Europea. I partecipanti sono invitati a dichiarare quali dei dati, fra quelli prodotti dai loro uffici, sono già pubblicati online, in quali formati e con quale licenza d’uso." Quanti di quei sindaci che fanno i “2.0” su Facebook parteciperanno?

Varie, eventuali e fonti (qualcuna)

Qualcuno su Twitter ha scritto , più o meno, “tutto questo jamming 2.0 fa rimpiangere certi strumenti 1.0 come… i forum”. Concordo, perché sarebbe stato bello avere una notifica email di ogni nuovo post nei thread d’interesse e un threading da cui fosse più evidente chi rispondeva a chi. Per questo (e perché questa pagina è una sintesi di tantissime discussioni diverse e intrecciate), queste sono solo alcune delle fonti. Segnalate pure nei commenti quelle che ho dimenticato, grazie.

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