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Quello che manca da quel Manifesto dei Genitori

Un gruppo di genitori ha appena pubblicato un Manifesto su come “educare i figli nel complesso mondo dei Social Media”. Mi pare una buona proposta, da leggere e mettere in pratica, però gli manca una cosa fondamentale.

Di pedofili, bambini e genitori che li mettono su Facebook

Oggi Internet è piena di denunce e consigli per i genitori che, postando senza pensieri le foto dei loro bimbi su Facebook, favorirebbero la pedopornografia, dando ai pedofili materiale da rubare e scambiarsi via Internet, per farne di tutto. Gran parte delle giustificazioni fornite per quei consigli sono ridicole.

Da CHI volete difenderli, i figli, su Facebook?

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Ho scoperto solo oggi, perché ha ricominciato a essere condiviso, un articolo del 2014 su privacy e minori che, in un certo senso, fa più danno che altro: “Perché METTO le foto dei miei figli online”. I modi in cui fa danno sono due.

Il primo è che confonde Facebook con Internet, o come minimo non aiuta chi già li confondeva. Ma il problema vero è che (tanto quanto l'articolo che sostiene la tesi opposta!) nemmeno sfiora la prima cosa da sapere su Facebook o qualsiasi altro ambiente online che funzioni nello stesso modo.

Sono davvero un darwinista digitale?

Una ventina di mesi fa ho scritto due pezzi, a pochi giorni l’uno dall’altro. Nel primo c’è il mio sconforto per la scuola che non sa nemmeno i link. Nell’altro suggerivo che, visto che non avevano causato la fine del mondo come tanti temevano, dopo il passaggio alle iscrizioni online potremmo spegnere tutto il resto: cioè, semplificando chiudere, subito e senza troppi patemi d’animo, (quasi tutti) gli sportelli di tante pubbliche amministrazioni, ospedali inclusi, sostituendoli con procedure via Internet.

Se vi negano il mutuo perché state su Facebook...

I punti che seguono sono un riassunto di un articolo in inglese appena uscito intitolato “Fra poco, se vi rifiuteranno un prestito potreste ringraziare la raccolta di dati online”:

Percloud e la signora Maria, o come liberarsi di Facebook. Magari creando lavoro

antefatto: percloud è la mia proposta per un’alternativa a Facebook, Gmail &C. Leggendola, Daniele mi ha scritto e ne è seguito lo scambio di email riassunto qui sotto, che spiega come percloud sarebbe alla portata di tutti e, se tutto va bene, magari potrebbe anche creare qualche opportunità di lavoro