Scuola in chiaro? Sì, ma anche con dati aperti, grazie

Questa è una richiesta formale al Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo a proposito della nuova iniziativa del MIUR chiamata “Scuola in chiaro” - Diffusione on-line dei dati delle singole istituzioni scolastiche.

Signor Ministro,

Come Lei spiega nella sua recente circolare, dal 12 gennaio 2012 gli studenti italiani e le loro famiglie potranno scegliere quale scuola pubblica frequentare in maniera molto più consapevole, facile, rapida e oggettiva di quanto non abbiano potuto fare finora.

Questo sarà possibile consultando sul sito del MIUR schede di tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado contenenti, come spiega la Stampa), informazioni come “numero dei docenti di ruolo e non, numero delle classi e degli studenti, presenza e numero di laboratori, palestre, pc, lavagne interattive multimediali”.

Questa è sicuramente un’ottima cosa, ma nella sua circolare] manca un’informazione importantissima che le chiedo ufficialmente. Il testo dice che

A partire dal 12 di gennaio 2012, sulla homepage del sito di questo Ministero (www.istruzione.it), verrà messa a disposizione un’applicazione che consentirà di ricercare e localizzare le scuole su una mappa utilizzando numerosi criteri di ricerca.

Ben venga quell’applicazione! Però sia chiaro che a noi genitori, e in generale a chiunque ci tiene che la scuola pubblica italiana funzioni come si deve, un’applicazione del genere non basta per niente e in un certo senso forse nemmeno serve.

La sua circolare non parla affatto di pubblicazione dei dati grezzi e della relativa licenza. Noi invece vogliamo che dal 12 gennaio 2012 sul sito del MIUR (o anche sul portale italiano Open Data, fa lo stesso) siano sempre disponibili gli stessi dati anche in formato grezzo, scaricabili automaticamente in blocco, con licenza che ne permetta il riuso per qualsiasi scopo (anche di lucro, perchè no): cioè che siano, come si usa dire, Open Data.

Perché? Per tante ragioni, a partire da queste:

  • quei dati sono nostri, perché sono dati non riservati e non personali relativi a strutture pubbliche (e li abbiamo anche già pagati…)
  • la privacy, che troppo spesso è solo una scusa per non pubblicare dati pubblici qui non esiste, visto che parliamo dei dati che voi stessi pubblicherete comunque online
  • l’utilità vera dei dati sta nel collegarli efficacemente ad altri dati che ci servono. Ma voi (il MIUR) da soli non potete sapere se e come noi genitori e cittadini abbiamo davvero bisogno di usare e collegare quei dati. Non per limiti vostri, ma perché è semplicemente impossibile, se non altro perché vorremmo collegarli con dati su cui voi non avete alcun controllo, ammesso che ne conosciate l’esistenza

Noi vogliamo che tutto quello che verrà pubblicato con “Scuola in chiaro” sia anche Open Data perché solo in quel modo sarà possibile collegare quelle informazioni a (1):

  • orari dei trasporti locali pubblici e privati, per rispondere a domande tipo “quale di queste scuole si raggiunge prima con l’autobus?” oppure “quale di queste scuole è servita anche da navette private?”
  • vicinanza a mercati pubblici o altri servizi che rendano più facile fare la spesa quando si portano i marmocchi a scuola, oppure impossibile farlo in certi giorni della settimana
  • mappe degli impianti sportivi (“Se Carlo farà le elementari lì, potrà continuare a fare nuoto come gli raccomanda il pediatra?")
  • prezzi degli immobili (“qual è la miglior scuola pubblica nelle zone in cui possiamo permetterci un appartamento più grande?") e altre informazioni sulla qualità della vita come la camminabilità
  • trasparenza delle PA (“perchè il bilancio del comune dichiara spese per una biblioteca scolastica che non risulta nelle attrezzature di quella scuola?")

Questi sono tutti servizi utilissimi e necessari, ma che non vi competono e che, soprattutto, nessuno chiede al MIUR di fare (anche se aveste i soldi per realizzarli). Anzi, non vogliamo che lo faccia il MIUR. Non ce n’è nessun bisogno! Possiamo pensarci noi cittadini. Dateci i dati come si deve, al resto penseremo noi (a spese nostre). Anche perché, oltre a rendere più facile la vita delle famiglie, servizi come quelli potrebbero anche stimolare altre attività economiche locali, cioè essere una di quelle misure per la crescita a costo zero per lo Stato di cui abbiamo un disperato bisogno.

Ricapitolando: Ministro Profumo, Le chiedo ufficialmente che tutti i dati raccolti con e per “Scuola in Chiaro” siano anche pubblicati regolarmente online come Open Data, e se non sarà così chiedo di sapere perché. Se possiamo darle una mano su questo, io o chiunque altro della comunità italiana Open Data siamo a disposizione.

(1) questi sono solo alcuni esempi, chi ne ha altri li aggiunga nei commenti per favore!!