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Pure i Cinque Stelle si son fatti fregare da Facebook
Quasi due anni fa scrivevo di quanto sia malposta certa fiducia in molti “nativi digitali” o comunque “utenti esperti di Internet”, citando “quelle tante brave persone che predicano (e praticano!) dalla mattina alla sera cittadinanza attiva, autodeterminazione e via dicendo…
A chi blocca persone o post su Facebook
A chi su Facebook blocca altri utenti, o dei post, perché non gli piace quello che dicono… Io non lo faccio MAI. Ecco perché.
Whatsapp? Tu la compreresti una penna che...
Tu la compreresti una penna che si blocca tutte le volte che cerchi di scrivere il nome di un'altra marca di penne? O un contratto telefonico che ti impedisce di dire ai tuoi parenti che hai anche SIM di altri operatori? No, vero? Sarebbe davvero da imbecilli. E sarebbe una censura inaccettabile. Eppure è molto probabile che tu lo abbia già fatto.
Da CHI volete difenderli, i figli, su Facebook?
Ho scoperto solo oggi, perché ha ricominciato a essere condiviso, un articolo del 2014 su privacy e minori che, in un certo senso, fa più danno che altro: “Perché METTO le foto dei miei figli online”. I modi in cui fa danno sono due.
Il primo è che confonde Facebook con Internet, o come minimo non aiuta chi già li confondeva. Ma il problema vero è che (tanto quanto l'articolo che sostiene la tesi opposta!) nemmeno sfiora la prima cosa da sapere su Facebook o qualsiasi altro ambiente online che funzioni nello stesso modo.
Linux e disabili, un rapporto ancora difficile?
Una decina d’anni fa si spingeva molto sul fatto che OpenDocument, Linux e in generale software libero e standard aperti lederebbero i diritti dei disabili.
Computer sconosciuto per un italiano su tre? Mica vero
Diceva Wired, un paio di mesi fa, che “Il computer è uno sconosciuto per un italiano su tre”. Ma secondo me Wired dice male, in parte per colpa di indagini fatte o almeno _spiegate _male.