Cose interessanti che ho sentito a Canossa

Sono appena tornato dall'Assise di Canossa per un’Italia a Corruzione Zero, a cui sono stato invitato per presentare una mia proposta alternativa (e a basso costo) su quell’argomento.

A Canossa sono state dette tante cose notevoli. Questa è una mia sintesi di quelle che mi hanno colpito di più. Le parti in grassetto sono cose che convalidano o contraddicono la mia proposta, quelle in corsivo commenti miei.

Giuseppe Civati

Partiamo dalla provocazione fatta nel 1992 da Stefano Rodotà: convocare un’Assise Nazionale sulla Corruzione, perché la legalità diventasse obiettivo preminente. Quell’Assise non si fece più, ma noi crediamo che la proposta sia ancora valida e quindi la facciamo, nel nostro piccolo. Siamo venuti qui a Canossa perché dobbiamo chiedere scusa.

Salvo Tesoriero

Secondo le stime della Corte dei Conti, la corruzione costa 1000 Euro l’anno a ogni cittadino, dai lattanti ai centenari, e l’evasione fiscale altri 2000 (più tardi, Pier Paolo Romani di Avviso Pubblico dirà che sommando i costi da criminalità organizzata si superano i 5000 Euro l’anno a persona).

Ergo, combattere l’evasione fiscale è la più grande manovra finanziaria che si possa fare.

Stefano Rodotà

Una volta c’era un costume pessimo, ma che ancora riconosceva la legalità, almeno in astratto. Le regole non si modificavano, si cercava solo di impedire il castigo, per esempio con immunità parlamentare e autorizzazione a procedere, di cui si abusava a livelli diventati indifendibili con Mani Pulite nel 1992.

Dopo, si cercò di corrompere direttamente il sistema, creando una legislazione di protezione, che va molto al di là di leggi ad personam: prescrizioni, falso in bilancio, sistema di ordinanze che sottraggono certe azioni al controllo pubblico, vedi quanto accadde con la Protezione Civile.

In quest’ultima fase, l’illegalità ha cambiato la legalità. È su, e contro questo cambiamento che bisogna lavorare. Di fronte a fenomeni di questa portata, compiacenze anche minime non sono più possibili. Serve una risposta radicale.

Secondo l’art. 54 della Costituzione, chi ha compiti pubblici deve andare OLTRE il rispetto stretto della legge, evitando comportamenti non penalmente rilevanti ma comunque disdicevoli per chi ha incarichi pubblici. Invece oggi si dice: “per agire, aspettiamo le decisioni dei giudici”, sapendo benissimo che arriveranno dopo 10 anni, in cui il politico interessato rimarrà comunque al suo posto. Bisogna invece ripristinare l'“eccedenza” rispetto al solo rispetto della legge chiesta dall’art. 54.

Debora Serracchiani

Non pensiamo che le norme bastino, questo è anche un problema sociale e culturale, bisogna partire dalle scuole con educazione civica. (nota: io infatti avevo proposto l’anno scorso di far applicare anche nelle scuole i metodi anticorruzione di cui ho parlato a Canossa)

Cristian Vaccari

Nella stessa settimana in cui Obama e Romney dovevano giustificare su Internet spese per catering e computer da poche centinaia di dollari, in Italia la Lega faceva senza alcuna comunicazione del genere bonifici per milioni di Euro in Tanzania e Cipro.

Dobbiamo portare alla luce del sole entrate e uscite dei partiti e partire dal controllo dal basso.

Alberto Vannucci

Cerchiamo di pensare alle azioni per combattere la corruzione come cose non dipendenti da benevolenza del legislatore, ma a cui tutti possono contribuire.

Elio Veltri

Il debito pubblico italiano per una parte molto consistente è fatto di corruzione, evasione fiscale e mala politica.

Negli anni ho notato denunciare queste cose da' molto più fastidio se fatto sui libri anzichè nei giornali. Credo sia perché i libri rimangono sempre in casa e i giornali no, e quindi un giorno un nipotino può venire da te a dirti “nonno, ma qui c’è scritto che tu non sei mica sempre buono”. (questo è quanto succedeva prima di Internet, oggi anche gli articoli di giornali possono rimanere sempre a portata di mano. Con conseguenze, in certi casi eccezionali, inaspettate)

Alessandro Campi

Nelle università italiane ci sono le competenze per usare come si deve gli Open Data. E la voglia di partecipare non deve fare schifo

Marco Travaglio

Non raccontiamo str….: se le aziende straniere non vengono a investire in Italia non è certo per l’articolo 18, che reintegra solo poche decine di persone all’anno e con l’economia non c’entra nulla. Le aziende straniere non vengono a investire in Italia perchè, dovendo continuare a rispondere alle leggi dei loro paesi, non potrebbero mai competere con aziende locali che (solo grazie a depenalizzazione del falso in bilancio e tante altre leggi del genere) possono impunemente avere fondi neri, dar bustarelle eccetera.

Le bocciofile hanno regolamenti più severi dei partiti. Come possono dei partiti che vivono di soldi pubblici essere associazioni private? E come fanno persone nuove ad arrivare ai vertici di un partito, finché i partiti li controlla chi ne tiene la cassa e chi gli ha affidato quell’incarico?

Questo andazzo della privacy per coprire i finanziatori deve finire. Prendete soldi da chi volete ma ditecelo, poi noi decidiamo liberamente.