Dopo Maker Faire, grossa responsabilità per il Linux Day

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Quest’anno alla Maker Faire di Roma, oltre a droni, stampanti 3D eccetera, si sono viste pure manganellate. Di Maker Faire scriverò ancora nei prossimi giorni, ma c’è una cosa devo proprio dire ora perchè arrivi in tempo utile, anche se in forma un po' grezza.

Il posto e soprattutto il modo in è stata organizzata la Maker Faire di quest’anno hanno fatto nascere una campagna di protesta “Maker Faire: Per Chi?” per, tra le altre cose, “denunciare il metodo di sfruttamento delle multinazionali che c’è dietro questa fiera”. Cosa ne penso di quello e degli altri motivi di protesta lo scriverò in un secondo momento, ora non ho tempo e nemmeno ne so abbastanza. Quello che devo dire ora è che diversi “maker” con cui ho parlato,  dopo essersi trovati in mezzo ai disordini di venerdì scorso, ne sono usciti convinti che (sintesi a parole mie):

"senza per questo assolvere l’organizzazione: questi che protestano non hanno capito proprio niente di cosa siamo veramente. O di quanto il nostro movimento è davvero rivoluzionario anche nel senso che vorrebbero loro, ma più e meglio di quanto fanno loro. E nemmeno gli interessava sentirlo, cercare di spiegarglielo era come parlare a un muro. Se la Maker Faire non fosse stata alla Sapienza, tanti suoi studenti (inclusi non pochi di Ingegneria!) ancora non se ne sarebbero accorti, che esistono i maker.

In altre parole, ed è questo il motivo per cui sto scrivendo quattro righe di corsa stamattina, mi pare che siamo messi esattamente come l’anno scorso, quando Leopolda, CGIL e Linux Day si sono ignorati completamente, ma peggio. Poichè lo “spirito” dei maker e quello del software libero è sostanzialmente lo stesso (*), e poichè il Linux Day 2015 è… sabato prossimo, spero e chiedo, col maggior anticipo possibile date le circostanze:

  • a chi protestava contro Maker Faire Roma 2015, di studiare seriamente questo mondo e approfittare di sabato prossimo per conoscerlo di persona, in tutta Italia

  • agli organizzatori e speaker dei vari Linux Day, di far capire, meglio di quanto mi pare sia successo l’anno scorso, che libertà e diritti “solo digitali” in realtà non sono affatto puramente digitali, ma sempre più alla base di tutte le libertà e diritti del nostro tempo. Pure quelle richieste dai contestatori di Maker Faire

Grazie in anticipo a tutti i maker e “anti-maker” che vorranno esporre nei commenti qui i rispettivi punti di vista, come contributo ad altri post sullo stesso tema.

(*) a proposito di software: i gruppi antagonisti del sistema, delle multinazionali, della privatizzazione del sapere, del controllo eccetera… che si organizzano ed esprimono solo o principalmente su Facebook… non si possono proprio vedere. Davvero.

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