Come la RAI può promuovere le competenze digitali

Oggi l’Italia ha uno dei tassi di analfabetismo digitale più alti in Europa, pari a oltre un terzo della popolazione. Per ridurre drasticamente questo numero l’Agenzia per l’Italia Digitale e il Digital Champion nazionale Riccardo Luna hanno avuto, o ripreso, un’idea che approvo in pieno: farsi aiutare dalla Rai, che fin dalla sua nascita ha svolto un ruolo determinante nel processo di alfabetizzazione del Paese, grazie soprattutto al mitico Maestro Manzi.

Venerdì scorso AGID e RAI hanno quindi annunciato che svilupperanno insieme “un piano di comunicazione per la promozione di cultura e competenze digitali, declinato su tutta l’offerta RAI”, chiamato appunto “Manzi 2.0”.

Spirito e importanza dell’iniziativa sono spiegati sul sito dei Digital Champions:

  • non c’è nessuno che possa parlare ai 22 milioni di Italiani che non usano Internet tranne la Rai. La più grande industria culturale del paese, la più grande scuola d’Italia

  • ci serve una tv pubblica che sappia interpretare con coraggio e con generosità la missione di portare il paese nel futuro che vogliamo

Di nuovo, concordo in pieno. Sul serio. Però, cara Mamma RAI, AGID e Digital Champions tutti, parliamoci chiaro: la maggioranza di quei 22 milioni di Italiani userà Internet come si conviene a una “Digital Nation” solo se “costretta” a farlo. Lo stesso Luna, raccontando le meraviglie digitali dell’Estonia, segnala che, pur avendo metà degli abitanti di Roma e molte meno palle al piede di noi, è arrivata a certi livelli in pochi anni solo perché, ad esempio,

“nella scuola da un giorno all’altro sono stati imposti i computer a tutti e se un insegnante non li usava non prendeva lo stipendio. Altro che incentivi."

Considerando tutto questo, faccio alla RAI una proposta che mi sembra perfettamente in linea con le sue qualità citate da Luna, e che spero tutti gli Italiani vorranno sostenere e rilanciare:

Cara mamma RAI, sul tuo sito c’è scritto esplicitamente che il canone si può pagare “in forma semestrale o trimestrale” alle Poste, con bollettini di conto corrente. E che si può pagare anche tramite Internet, con carta di credito o addebito bancario… ma solo annualmente e senza sconti, con costi paragonabili a quelli dei bollettini. Con queste premesse, come ti viene la voglia di usare Internet? E perché complicare anche la vita dei disabili con queste discriminazioni?

Quindi, cara Mamma RAI, la prima grande scuola di digitalizzazione che puoi proporre con coraggio e generosità a tutti quegli Italiani è semplice semplice. Il canone 2015 è di 113,50 Euro? Benissimo, annuncia subito che pagandolo online in qualsiasi modo:

  • ci sarà uno sconto serio. L’ideale sarebbe 33 Euro e mezzo, per fare 80 Euro tondi che va di moda, ma per educare dovrebbe essere almeno 20 Euro

  • senza nessuna maggiorazione per chi paga in due o quattro rate

Se non te lo puoi permettere perché hai tante, ma proprio tante spese, pazienza. Almeno dal punto di vista dell’alfabetizzazione digitale, va benissimo anche l’inverso, tipo 113.5 Euro se online, 140 in qualsiasi altra forma, telefonate incluse. Il discorso non cambia, la cosa più efficace che la RAI può fare subito per portare questo paese nel “futuro che vogliamo” rimane:

  • “far pagare a chi non vuole adeguarsi i costi della propria scelta”, come dicono alla Bocconi

  • far sparire le alternative ai servizi digitalizzabili, proprio nell’interesse dei più deboli, per come la vedo io

Facci sognare Mamma RAI! Fallo, ‘sto sconto a chi è digitale, tanto per pagare un bollettino online non c’è alcun bisogno della banda larga, e nemmeno di avere computer e Internet a casa. Basta andare al CAF, in parrocchia, dal nipote smanettone o in qualsiasi altro luogo dove puoi tranquillamente chiedere a qualcun altro di usare per te il suo computer. Perché pagare un bollettino alla Posta questo è, ma mica hanno l’esclusiva loro, di quel servizio.