A proposito di Internet, Papi ed Ere Digitali
L’articolo “Internet Dono di Dio” - Il Papa dell’Era Digitale racconta come:
“Quella del rapporto tra fede e tecnologia è senza dubbio tra le sfide più impegnative affrontate da Jorge Mario Bergoglio dal suo primo giorno di papato. Tuttavia, sono in molti a vedere la sua apertura al digitale come il simbolo di un rinnovamento in corso nel mondo cattolico moderno. Attraverso un ampio uso di internet e social media, papa Francesco sta cercando di “riconnettere” la Chiesa con coloro che da essa si sono allontanati. Ma oltre a Francesco, altri in Vaticano stanno impegnandosi per dare un senso più profondo alla tecnologia. Un approccio, questo, in evidente contrasto con l’immobilismo del passato, e che sta portando nella Chiesa una ventata di entusiasmo e credibilità senza precedenti."
L’ultima frase di questo brano mi lascia, diciamo, perplesso. Se quello che sta portando nella Chiesa “credibilità senza precedenti” è l’uso dei social media stiamo inguaiati di brutto tutti, da Papa Francesco in giù. Fra l’altro già nel 2011, quando praticamente nessuno sapeva chi era Bergoglio, c’erano non cattolici con “la netta impressione che la Chiesa abbia capito del mondo della Rete molto di più di quanto questo mondo lo abbiano compreso gli stessi blogger che parlano di Chiesa”.
Ma fa niente, lo scopo di questa pagina è tutt’altro: (ri)segnalare che, mentre in linea di massima quello è un buon articolo, ci vedo la stessa mancanza di tanti altri scritti, sia pro che contro, sul tema “approccio cristiano al senso più profondo della tecnologia”.
Mi pare che in quell’articolo manchi una menzione chiara per tutti, non solo per chi certe cose le conosce già benissimo, del fatto che cercare e mettere in pratica “il senso più profondo della tecnologia” da quel punto di vista:
- non può significare solo imparare a usare “come Dio comanda” (scusate, ma ci sta tutta) i “mezzi tecnici” del momento, cioè l’hardware e il software che usano tutti…
- ma deve includere per forza anche la consapevolezza che non tutti quei “mezzi tecnici” di gran moda, o almeno il modo in cui vengono usati e configurati normalmente, hanno la stessa coerenza con il messaggio di base della Chiesa. Quindi, forse, la Chiesa dovrebbe sistematicamente preferire certi mezzi, o certi modi di configurarli, ad altri
In altre parole, se oggi già tanti Cattolici e altri Cristiani si chiedono se Internet (anche quando non intendono solo Facebook…) sia “oggetto di grandi ingenuità ed illusioni” oppure “luogo di comunità e condivisione”, è un’ottima cosa ma non basta. Nel senso che ancora ce ne sono troppo pochi che si chiedono se tutti i software, hardware, protocolli informatici, formati di file e cose del genere sono equivalenti, cioè ugualmente compatibili col “messaggio di base”, e agiscono di conseguenza, sistematicamente.
Esempio pratico tratto direttamente dall’articolo di HuffPo.it: il portale News.va ha il problemino che, per come è fatto tecnicamente, esclude tante persone. Cioè, a voler essere pignoli, non è proprio completamente cattolico, nel senso di “rivolto alla totalità del genere umano”.
Per capire ancora meglio di cosa vorrei si parlasse di più, suggerisco di continuare la lettura con queste pagine:
- Novembre 2005: La sorprendente affinità fra Dottrina Cattolica e Software Libero
- Aprile 2006: Manifesto del Progetto Eleutheros
- Aprile 2013: Dottrina Sociale Cattolica e Rivoluzione Open
- Fra pochi giorni: Document Freedom Day 2014. Quanti Parroci, Vescovi, professori di teologia eccetera… vi parteciperanno, in Italia o altrove?
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