Momento opaco di Roberto Cota al Salone del Libro?

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Se questo resoconto della Stampa è corretto, forse il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota non era, diciamo così, proprio in forma quando è intervenuto al Salone del Libro:

anche Roberto Cota, in maniera molto più decisa, invita al rispetto dei canali tradizionali attraverso cui si trasmettono cultura e informazione: “I giovani non possono restare sempre e solo davanti al computer, la vita non è dentro la Rete”

Capisco (credo) le buone intenzioni e il senso generale, tutto sommato condivisibile, di quello che si voleva esprimere, ma messa così è… infelice. Confesso che la mia prima reazione è stata “capito ragazzi? Date retta al Presidente, rimanete a rinc..vi davanti alla TV che quella va bene, è un mezzo tradizionale”.

A parte questo, cos’è che si deve promuovere? La lettura di cultura e informazione di qualità, comunque arrivi, o solo l’acquisto di cellulosa lavorata, da aziende che potrebbero tranquillamente fornire le stesse opere (1) anche in digitale? Perché i giovani di oggi, soprattutto in Italia, non leggono proprio, e quel poco che leggono è molto più su schermo che su carta. Si potrebbe quasi dire che l’unico modo di riavvicinarli alla lettura potrebbe essere proporgliela digitale.

Subito dopo, pare, Cota ha lanciato una frecciata alla politica fatta attraverso i blog: “Non si scelgono i capi di Stato con il web, la politica si fa fuori da internet”. Concordo, ma (per semplicità!) Internet è solo un altro canale d’informazione, no? E se i giovani d’oggi cominciassero a decidere per chi votare informandosi seriamente anche leggendo molto online (dalle tante fonti affidabili, certo), anzichè da TG tutti uguali, talk show con litigate finte o cartacce appese per strada che ci sarebbe di male, signor Presidente?

Anche perché Internet è, fra le altre cose, anche l’unico mezzo che rende possibili fonti d’informazione attendibili come gli Open Data, su cui proprio il Piemonte di Roberto Cota ha approvato, fra le prime regioni in Italia, una buona legge regionale.

(1) Perché Umberto Eco, tanto per restare in Piemonte fra chi come Eco stesso oppure Franco Debenedetti, forse non ha ancora le idee completamente chiare su e-book e dintorni, non ha scritto “libri”: ha scritto saggi, romanzi, articoli e tante altre opere letterarie, che finora sono state distribuite soltanto, o quasi, in quei contenitori cartacei chiamati “libri”, ma possono tranquillamente esistere anche in contenitori digitali. Prima impareremo tutti a distinguere fra “opera” e “contenitore (libro, bit o altro) più riusciremo a ragionare.

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