Per Umberto Eco l'Università deve tornare un'elite. Embeh?

L’Inkiesta riporta due recenti affermazioni di Umberto Eco riprese da questo e altre testate di lingua spagnola. In sintesi:

  1. L’eccessivo numero di studenti blocca l’attività accademica e spinge le università verso una profonda crisi… L’università, infatti dovrebbe essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua epoca migliore
  2. Con le nuove tecnologie è cambiato il rapporto tra studenti e professori, soprattutto per via di internet, dove si può accedere a molte informazioni che in parte sostituiscono i lavori dei docenti

La prima affermazione mi pare quasi ovvia e banale, non razzista o snob come è stata già segnalata qua e là. Più che lamentarsi di quella, credo che sarebbe più importante preoccuparsi del perché la seconda, altrettanto ovvia, venga troppo spesso ignorata.

Se l’università è il luogo e livello più alto di formazione disponibile per discipline complesse è ovvio e inevitabile, anche in un mondo perfetto (o forse soprattutto in quello!) che in ogni momento il totale degli iscritti in tutte le facoltà del mondo sia solo una piccola parte del totale delle rispettive fasce d’età. Le qualità per essere buoni {avvocati, economisti, medici, ingegneri, filosofi, fate voi} mica ce le hanno tutti quelli che vorrebbero diventare avvocati eccetera.

Il dramma da combattere in tutti i modi è se nell’università riescono entrare e uscire solo le elite sbagliate, cioè i figli di papà, anzichè (almeno) tutte quelle persone. Ma con una università seria, sempre elite avremmo, per definizione. Se non altro per limiti “fisici”, cioè il fatto che una università tradizionale di massa sarebbe sostenibile solo se chi non ha risultati ottimi pagasse interamente la sua parte di costi (vedi in proposito la risposta a “dare una chance a tutti” qui). E a chiunque creda ancora che facendo arrivare più bambini possibile alla laurea si possano ridurre le disuguaglianze sociali chiedo in ginocchio di leggersi Krugman.

Quanto al fatto che Internet “sostituisce il lavoro dei docenti”, lì il discorso è ancora più facile: se davvero un docente universitario insegna così male che si imparano le stesse cose studiando solo su Internet:

  • meno male che è arrivata Internet a rendere visibili certe situazioni
  • perché quel docente non viene licenziato?

(fonte foto: Wikipedia)