Lettera aperta ai dirigenti della PA: se l'informatica (e gli Open Data) vi sono ostici...
Questa è una versione estesa di un mio intervento durante una discussione sui Dati Aperti (Open Data) a Innovatori Jam 2011. A un certo punto qualcuno durante quell’evento chiese:
ormai è chiaro che l'attività della rete è fondamentale. Spesso, però, sento rispondere che l'argomento Open Data è troppo tecnico, forse perchè concetti come 'licenze' e 'formati' spesso appaiono ostici. Possiamo provare a spiegare passo passo cosa occorrerebbe fare? scelta dei dati alla community, abbiamo detto...esempi?
Io consigliai di mandare come risposta ai dirigenti che fanno certe domande o hanno certi atteggiamenti il testo che segue, che va inteso come suggerimento generale e costruttivo per avviare le discussioni nelle singole PA e convincerle ad aggiornarsi e informarsi seriamente su questo problema cruciale.
Caro Dirigente della PA italiana: se l’informatica ti è ostica…
Caro Generico Dirigente della PA (e per “generico dirigente” intendo tutti, dai Ministri della Repubblica al Sindaco o Preside del più perso paesino di montagna)
ti garantisco che te lo dico amichevolmente e costruttivamente, senza nessuno spirito polemico, ma per risolvere il problema lavorandoci insieme: se concetti come licenze di software, documenti o dati, oppure come formato di file, ti sono davvero troppo ostici, forse, in generale… hai serio bisogno di aggiornamento.
Se ancora non lo vedi o l’idea non ti piace, questo non esclude affatto che tu possa essere comunque una bravissima persona e, sempre in generale, potrebbe anche non esserci nulla di sbagliato. Se non il fatto che, forse, hai semplicemente sbagliato SECOLO per fare questo mestiere.
Perché, mio caro Generico Dirigente della PA italiana, è come se fossimo nel 1911 e ti fossero ostici macchine da scrivere o abachi. Nè più nè meno. Sul serio.
Puoi anche odiare computer, formati di file e licenze software con tutto il cuore, nessun problema. Ma cosa sono formati e licenze, oggi DEVI saperlo e basta, a prescindere dagli Open Data. Non solo! Devi anche saper riconoscere quelli giusti e usarli come si deve, sempre. Fattene una ragione. Non è colpa mia che te lo dico. E' solo colpa dell’epoca in cui lavori, cioè del fatto che sei nato quando sei nato, e non una o due generazioni prima.
Quanto agli Open Data…
Quanto agli Open Data, caro Generico Dirigente della PA italiana, non dirgli di no solo perchè non hai ancora studiato a sufficienza l’argomento. Oppure perché, in alcuni casi, aprire i dati porta effettivamente alla luce altri problemi generali, che già esistevano e che con gli Open Data non c’entrano niente. Ci sono ottimi motivi per aprire i dati della tua organizzazione (anche per gli Enti Locali!), e iniziare è facile e costa pochissimo.
Non aver paura! Anche perchè tanto… gli Open Data arriveranno lo stesso, ti piaccia o no. Primo, perché ormai, molto semplicemente, sono finiti i soldi per poter continuare a lavorare in qualsiasi altro modo. Ti pare sensato, per esempio, continuare a ignorare il risparmio che i volontari potrebbero portare, se avessero i dati opportuni a disposizione, a operazioni come il censimento degli immobili fantasma?
Secondo, perché prima o poi se i “tuoi” dati (nota le virgolette: non sono tuoi, ma dei cittadini) non glieli dai tu, la gente se li ricaverà e metterà online in altri modi. Facendoti fare una figura barbina e ignorandoti, lasciandoti in un angolo a fare il guardiano di una cassaforte che ormai nessuno vuole più aprire. Questa non è una possibilità: ormai se ne parla da quasi due anni, in circoli non certo sovversivi: è proprio di quello che parliamo quando diciamo “innovation without permission”: innovazione senza permesso.
Insomma, caro Generico Dirigente della PA italiana, non ti converrebbe giocare d’anticipo?
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