Come salvare gli operai FIAT usando Internet

Scioperi a Mirafiori,foto da Google

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In questi giorni, migliaia di lavoratori non solo FIAT ma anche del suo indotto sono già con l’acqua oltre la gola. Però non c’è dubbio che, oggi come oggi, di auto meno se ne producono meglio è, visto che:

  • milioni di auto private costano tantissimo anche in termini di incidenti, rumore e altri problemi alla salute (vedi “Cosa fanno le auto?” qui)

  • almeno in gran parte d’Italia, di spazio per parcheggiare e far circolare auto non ce n’è più, anche se andassero ad aria!

  • (soprattutto) nei prossimi anni è praticamente certo che guidare costerà molto più di oggi, comunque siano prodotte e alimentate le auto private

  • almeno nei grandi centri, molte più persone di quante già non lo facciano sarebbero ben felici di rinunciare all’auto propria grazie al car sharing

  • la gente che non ha abbastanza soldi per, non dico comprare una seconda o terza auto, ma sostituire ogni pochi anni la prima, è sempre di più

Ovviamente, a questo punto la domanda è: come li conciliamo tutti questi fatti concreti con altri due fattarelli non proprio trascurabili come:

  • tutti quei tecnici e operai di FIAT e del suo indotto devono pur campare, e non possono certo diventare tutti programmatori o designer

  • anche se car sharing e mezzi pubblici funzionassero seriamente, fare completamente a meno di un’automobile, sempre, rimarrebbe impossibile per molte persone. Quindi auto nuove continueranno a servire, anche se poche, più economiche ed efficienti, se non altro per sostituire le vecchie quando cascano a pezzi

Forse una risposta a queste due esigenze, che sia anche più sostenibile di quelle novecentesche provate finora, c’è già: è una risposta che tecnicamente è possibile solo oggi, che esistono Internet e computer potentissimi ma poco costosi, ma praticamente lo è solo cambiando mentalità.

La risposta potrebbe essere progettare e costruire auto in maniera aperta, in tanti microstabilimenti nazionali, auto completamente modulari, sfruttando come si deve Internet e tecnologie digitali.

Progettare in maniera aperta significa sia farlo online insieme ai clienti (come ha già provato la stessa FIAT, ma in Brasile, mica in Italia!), sia condividere i progetti via Internet con chiunque altro sia interessato a lavorarci; senza perdere tempo appresso ai brevetti, perché quel modo di lavorare conviene solo ad aziende enormi che vogliono vendere su scala mondiale, non a stabilimenti piccoli a cui basta vendere su base regionale, e scambiare progetti con altri riduce i costi di sviluppo.

Costruire e vendere auto in questo modo non è fantascienza, ma quel che già fanno quelli di Wikispeed!

Vista la situazione internazionale, forse soluzioni del genere potrebbero essere molto più stabili, soddisfacenti e compatibili con le loro capacità per (almeno) quei circa 40mila lavoratori fra Mirafiori e indotto FIAT che si oggi si consumano fra mobilità e cassa integrazione. In pratica, cosa ci vorrebbe per farle funzionare qui e ora, in Italia? Secondo me, in ordine più o meno crescente di difficoltà, servirebbero almeno:

  • completa apertura non solo del processo di progettazione ma di tutte le attività, nel senso di pubblicare continuamente online non solo progetti e specifiche di tutti i componenti usati, ma anche contabilità completa (magari con sistemi come Open Bank, controlli di qualità, elenchi di fornitori, investitori e azionisti, eccetera. Tutto questo avrebbe un ritorno d’immagine assolutamente indispensabile per aziende del genere, perché mostrerebbe che auto così sono molto più “made in Italy” di certi marchi storici, che non hanno fregature e che possono essere sicure quanto quelle tradizionali. E che non temono i confronti, a differenza delle multinazionali che fanno multare con milioni di Euro i giornalisti cattivi

  • sgravi fiscali veri, per premiare chi mantiene lavoro in Italia

  • personale capace di rendersi conto che l’epoca del posto fisso nella grande azienda è finita perchè è cambiato il mondo intero, non perchè in Italia c’è questo o quel governo

  • leggi che incoraggino iniziative del genere, o che almeno non le ostacolino. Cioè, politici capaci di farle…

  • sindacati che non remino contro, continuando a vedere e capire solo problemi e soluzioni di un altro secolo, ma invece incoraggino e aiutino chi vuole lavorare a provare strade davvero nuove (visto che quelle vecchie ormai sono chiuse)

Che ne pensate? Ho dimenticato qualcosa?