Openstreetmap: dati liberi che creano servizi e lavoro per tutti

OpenStreetMap (OSM) è il concetto di Wikipedia applicato alla cartografia: una mappa digitale di tutto il mondo che chiunque può contribuire a disegnare. I risultati sono

mappe che si possono stampare dal computer, utilizzare con diversi navigatori per auto o personalizzare, aggiungendovi i propri dati, in mille modi diversi. La caratteristica più importante delle mappe OSM è però un’altra: esse sono liberamente riutilizzabili per qualsiasi scopo da chiunque, anche (a differenza di Google Maps) per fini commerciali. Per questo motivo, cose come OpenStreetMap possono essere una fonte importante di… lavoro!

Mappe dappertutto, dalle coperte ai muri

Ho appena scoperto, grazie a Maurizio Napolitano, Pistill SF: “una società di San Francisco, che vende coperte e tovaglioli che dispongono di una mappa della località preferita” qualunque essa sia, da Bora Bora al quartiere dove abitate, lavorate o andate a scuola. Per saperne di più (in italiano) su Pistill SF, ed eventualmente ordinare i loro prodotti dovreste leggere il post di Maurizio “Una Mappa in una Coperta”. Qui parliamo di un’altra cosa: come fa Pistill SF a lavorare spendendo il meno possibile?

La risposta è facile: stampando su quelle coperte e tovaglioli proprio le mappe di OpenStreetMap, cosa che possono fare proprio perché quelle mappe sono legalmente riutilizzabili gratis e senza perdere mesi a chiedere permessi o compilare montagne di scartoffie.

Insomma, qui abbiamo qualcuno che ha un lavoro proprio e solo grazie a OpenStreetMap, e abbiamo anche qualcos’altro, che ha la stessa causa ma è molto più interessante: proprio perché chiunque può usare quelle mappe, mi pare proprio che chiunque potrebbe usarle per aprire qui in Italia, legalmente, un’azienda come Pistill! (1). Questo sarebbe meglio anche per gli acquirenti italiani, che potrebbero avere quei prodotti senza pagare costi di spedizione internazionali, senza account su Paypal e senza dover conoscere l’inglese.

Sempre dalle stesse mappe OSM si possono creare, e in vari casi c’è già chi lo fa, mille altri prodotti e servizi. Quadri/mappa giganti su tela come quelli di Ikea, puzzle, diagrammi di camminabilità per chi cerca casa e mappe in tempo reale dei trasporti pubblici come a Bari danno solo un’idea di quanto si può fare (se ne avete altre, scrivetele nei commenti!). Essendo le mappe personalizzabili in mille maniere ci si potrebbero fare anche gadget promozionali per specifici eventi, itinerari con fotografie da vendere ai turisti per strada e così via.

Tutte queste proposte hanno tre cose in comune: si fanno con pochi soldi, senza essere esperti programmatori (e quindi creano posti di lavoro anche per non informatici, in tutti i settori) e non sono facilmente delocalizzabili all’altro capo del mondo come certi altri lavori. Se poi i prodotti vengono fatti, magari su ordinazione, nella stessa città di chi compra, sono anche a “kilometri zero”, cioè più ecologici di qualcosa che ha attraversato mezzo pianeta dentro un container prima di essere venduto. Sotto ragazzi! Che aspettate?

Ci tengo a sottolineare che tutto questo discorso è possibile grazie al fatto che i dati pubblici di cui le mappe OSM sono composte sono aperti, cioè liberamente utilizzabili da chiunque. Questo delle mappe poi, è solo uno dei tanti campi in cui i dati pubblici aperti possono creare lavoro, oppure servizi pubblici veramente efficienti (avete idea del potenziale dei dati aperti sulla gestione dell’acqua?).

Per sapere qualcosa di più sull’argomento potete leggere l’annuncio di una ricerca che sto svolgendo sui dati aperti oppure (in inglese) il primo rapporto da quella ricerca.

Liberare i dati pubblici è anche uno dei punti del Manifesto Italiano per l’Open Government, proprio perché possono contribuire allo sviluppo economico del terzo millennio. Leggendo quelle pagine capirete anche perché dovreste davvero chiedere alla vostra Città, Provincia o Regione di aprire i dati pubblici che già hanno e hanno creato con i soldi delle nostre tasse.

Per esempio un problema enorme per chi fa le mappe di OpenStreetMap, è proprio la fatica e il tempo che spesso si devono spendere per rifare mappe da zero anzichè partire da quelle digitali ufficiali, pubbliche, che tutti i comuni e le regioni italiani già hanno. É per questo che c’è già da anni una campagna per la liberazione dei dati geografici italiani. La novità è che da oggi avete un motivo per sostenere quella e i dati aperti in generale anche se di informatica non ve ne frega niente: come dimostrano gli esempi che avete appena letto, i dati aperti possono creare nuovi lavori interessanti per tutti

(1) ovviamente senza usare nome e/o marchi registrati di quell’azienda, ma questo è un’altro discorso. Comunque se intendete farlo davvero controllate con un avvocato, mi raccomando. E poi fatemi sapere!