A Varese Ligure il mondo ha nuovamente un ordine. ed è verde (parte 3)

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Questa è la terza e ultima parte di un articolo di Andreas Weber, nella traduzione diFrancesca Michelini. Viene pubblicata qui, ovviamente con il loro permesso, perché quanto scrive Andreas coincide con altri temi trattati su questo sito, vedi ad esempio “Scappare dalla città fa sempre bene?" e “È facile o no scappare dalla città per vivere in campagna?". Le prime due parti sono qui:

  • Parte 1 (con link all’articolo originale e informazioni sul copyright)

  • Parte 2

Varese non è più un paese morente, ma neppure un paese cartolina della costa come le Cinque Terre. L’economia verde ha prodotto un timido cambiamento ma soprattutto, diversamente da ogni ricetta di crescita, che ha a che fare con insediamenti industriali, una nuova autonomia. È un cosmo autosufficiente, talvolta addormentato, talvolta ristretto, ma sempre familiare.

Tutti si danno del tu. Io mi do del tu con la panettiera, quando alla mattina vado a comprare la focaccia con le cipolle, la tipica schiacciata ligure. Non vado dal parrucchiere ma da Adriano. In testa alla processione del corpus domini non c’è il sindaco, ma Michela con la fascia tricolore. E saluto con la mano l’unica poliziotta, che fischia sempre per cinque minuti, prima di dare la multa per un parcheggio vietato.

Diversamente da Berlino, nella piccola repubblica di Varese vado costantemente a piedi. Tutto è all’angolo: il negozio di alimentari, l’idraulico, la falegnameria, l’ufficio postale. E lo sono anche i campi di orchidee, il laghetto con i tritoni, il ruscello di montagna con i suoi merli acquaioli e i suoi piro piro.

Mio figlio fa ritorno per pranzo dalla scuola che dista solo centocinquanta metri da casa. “Non riesco a pensare che possano mai fare a cazzotti” - mi dice. Come gli altri bambini, gironzola per i vicoli secondo la voglia e l’umore. Tra i suoi punti fissi ci sono le fontane del vecchio borgo, sul cui fondo si trovano sempre monete da dieci centesimi, e il bar dello sport, dove le monetine pescate vengono cambiate in dolcetti. Talvolta il proprietario ci mette pure una gomma da masticare senza fargliela pagare. Il pomeriggio mio figlio e i suoi compagni di classe, Michele e Riccardo, fanno la gara di sassi nel Vara, costruiscono un rifugio, o si pagano l’un l’altro un gelato al bar della piscina.

Varese Ligure è provinciale. Ma la vita vi scorre libera e senza impedimenti. Anche qui gli uomini non sempre sono gentili l’un con l’altro, ma si avverte un senso di appartenenza comune. È possibile che proprio questo senso comune, che si ritrova nei paesini e nei piccoli centri, porti ad una maggiore longevità. Per le aspettative di vita, l’Italia è al quinto posto nella graduatoria della OECD, mentre la Germania si trova solo al quattordicesimo.

Alla repubblica di Varese riesce in ogni caso – in una maniera elegantemente Vecchia Europa” - ciò che le moderne “communities” (dai villaggi ecologici alle case di varie generazioni) fanno fatica a conciliare: libertà personale e uno senso di familiarità sociale.

Anche a Varese ci sono alcuni a cui l’impiego ecologico dà sui nervi. Molti vorrebbero anche la strada veloce verso la valle, di cui si parla almeno da Quarant’anni. Ma non tutti sono consapevoli che questo luogo potrebbe servire da modello ad altre comunità italiane ed europee che sono alla ricerca di un futuro verde. E alcuni si stupiscono dei viaggiatori che credono di avere trovato qui la loro meta: la vicinanza ai monti incantati e la distanza di appena quaranta minuti dall’amata riviera.

Già solo l’hotel Albergo Amici, che da centinaia di anni appartiene alla famiglia del sindaco, è un’attrazione di per sé. Quando gli abitanti del paese con i loro figli e nipoti siedono ai suoi tavolini la domenica a pranzo, sembra che il tempo si sia fermano ad una giornata di inizio estate degli anni Cinquanta.

A Varese ligure passato e futuro si tengono l’un l’altro in equilibrio. Non ho niente in contrario. Vado in giro con il cane nei prati dietro ai carruggi, saluto le lucertole che se ne stanno al sole sui sassi. E guardo al di là dei monti che c’erano prima di me e ci saranno dopo di me.

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