Giornalisti italiani, lingue straniere e protesta dell'olio

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Secondo qualsiasi dizionario inglese-italiano la parola inglese oil significa sia “olio minerale o vegetale”, in generale, sia petrolio. È quindi evidente che se un quotidiano o sito Web in inglese titola “BP oil protest” si parla di qualche manifestazione anti-BP a proposito dell’incidente alla piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico. O no?

La protesta dell’olio

Guardate questa schermata presa alle 13:30 del 29 maggio 2010, ora italiana:

Giornalisti italiani, lingue straniere e protesta dell'olio /img/oilprotest.jpg
<u><em><strong>CAPTION:</strong> 
<a href="/img/oilprotest.png" target="_blank">fate clic per la versione più grande</a>

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La schermata a destra è un servizio fotografico USA su una manifestazione di protesta anti-BP a New York: una “oil protest”, appunto, contro i problemi causati dai composti chimici derivati dal petrolio, come si legge nel cartello sullo sfondo a sinistra. Il titolo del servizio è “BP Oil Protest in SoHo”, cioè una protesta a SoHo (un quartiere di New York) contro il petrolio estratto (malissimo) dalla compagnia petrolifera BP.

La schermata a sinistra è lo stesso servizio fotografico, ripreso e gentilmente commentato per i lettori italiani che notoriamente non conoscono l’inglese, dall’illustre quotidiano Repubblica. Titolo? “New York, la protesta dell’olio: Mai più Bp”.

Evidentemente il 28 maggio 2010 a New York hanno avuto luogo due proteste indipendenti, a cui hanno preso parte dei sosia: una contro la pessima gestione dell’incidente alla piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, l’altra contro qualche produttore d’olio d’oliva americano sconosciuto in Italia… Meno male che i giornalisti ci informano!

Italiani e lingue straniere

Che dire? Bah, diciamo che questo può anche essere un divertente incidente di percorso. Però approfittiamone per ricordarci che:

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