Che cos'è il trashware? Un modo per risparmiare e non inquinare con i computer!

Oggi una lettrice di Stop! mi ha chiesto:

_leggendo il post [Abbasso le bufale online... anche quando ci fanno piacere!](/it/2010/05/abbasso-le-bufale-online-anche-quando-ci-fanno-piacere/) ho incontrato per la prima volta il termine "trashware": ho cercato di capire dai siti di cui mette il link ma non mi è molto chiaro, c'è un articolo sul suo sito che spiega cos'è questo servizio e chi ne può eventualmente usufruire?_

Ecco una risposta lampo, che in realtà è solo una super-sintesi dei documenti elencati in fondo alla pagina e che invito caldamente chiunque fosse interessato a leggere, per saperne di più.

Molti computer vengono buttati o regalati quando sono ancora in perfette condizioni soltanto perché si è costretti a utilizzare qualche nuovo software troppo pesante per girarvi sopra in maniera decente. Il trashware (derivato dalla parola inglese trash, spazzatura) è la pratica di recuperare questo hardware considerato vecchio, mettendo insieme anche pezzi di computer diversi, e di renderlo di nuovo funzionante ed utile, per uso personale o per donare un computer a chiunque (scuole, associazioni, famiglie disagiate) non ha o non vuole spendere i soldi necessari per comprarsene uno nuovo. Poichè i computer contengono quantità non trascurabili di parecchie sostanze molto inquinanti e nel 2009 ogni italiano ha prodotto 14 kilogrammi di rifiuti elettronici, di cui solo uno è stato smaltito regolarmente, questa attività che prolunga la vita utile dei computer ha anche un grande valore ecologico.

Tecnicamente, legalmente ed economicamente questo recupero è possibile solo usando software libero come Linux, che non ha costi di licenza e può essere modificato a piacere da chiunque abbia le competenze necessarie. In pratica per fare o ricevere computer “rigenerati” in questo modo, oppure per donare computer propri che non servono più alla causa del trashware, bisogna mettere insieme due cose ben distinte:

  1. essere capaci di smontare e rimontare computer e di installarci software libero sopra

  2. gestire il lato burocratico della faccenda

La prima parte è la più facile, nel senso che non bisogna farla da sè, basta rivolgersi a cooperative specializzate o a volontari già esperti che potete trovare tramite la mappa dei centri trashware in Italia o nel Linux User Group più vicino a casa vostra. Insomma, se vi farebbero comodo computer rinati grazie al trashware, chiedete direttamente a loro. La seconda è più delicata. Il punto essenziale da tenere presente è che (vedi intervista ad Alberto Gistri):

_"il computer dismesso è al limite tra lo strumento tecnico e il rifiuto speciale, quindi se lo intercettiamo prima che diventi un rifiuto è comunque è un oggetto che ci viene dato, è un’azienda che ci concede questo oggetto **(=donazione, vendita a prezzo simbolico, di un BENE di cui si può poi fare cioò che si vuole, anche regalarlo, senza troppi problemi...)**. Se loro lo dichiarano già come computer buttato, allora diventa, giustamente perchè contiene sostanze inquinanti, un rifiuto speciale, e noi ci troviamo a gestire un qualcosa che prima era un computer e che adesso è un rifiuto speciale **(=chi se lo prende o se lo ritrova sul groppone deve sottostare a tutta la normativa sullo smaltimento dei rifiuti speciali, anche se lo fa per volontariato...)**_

Le parti in parentesi nella citazione qui sopra sono aggiunte mie. In sintesi, chi fa trashware resuscitando computer obsoleti per volontariato deve stare attento a non farsi rifilare rottami inservibili, nè da persone in buona fede che si aspettano miracoli, nè da qualche “bene intenzionato” che magari vuole solo non pagare lui le procedure di smaltimento dei rifiuti elettronici. E chi riceve trashware deve informarsi bene sulla sua provenienza e su cosa si potrà realisticamente fare con i computer che si ricevono. Cose come il montaggio video, per esempio, richiedono computer relativamente nuovi indipendentemente da quale software ci gira sopra. Nemmeno il software libero può fare miracoli.

Per saperne di più sul trashware: