Sicuri che i grossisti non servano quando c'è blockchain?

Voi come rispondereste alla domanda “A che servono i grossisti o il supermercato quando posso comprare le arance o i broccoli direttamente dalle cooperative agricole e riceverle magari tramite Amazon?” Io ho risposto così.

Il testo che segue è una sintesi, riformattata per chiarezza, di una conversazione molto più La domanda iniziale è nata in una conversazione con Facebook. I paragrafi marcati con “[*]” sono altre osservazioni di chi ha fatto la domanda iniziale, gli altri sono le mie risposte.

Primo dubbio: Amazon e certificazioni prodotti

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Perché non dipendere da Amazon ANCHE per l'unica cosa che ancora compravi altrove?

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A parte il fatto che Amazon ha già fin troppo potere così com’è oggi, sto ancora aspettando risposte soddisfacenti alle mie perplessità sulla certificazione via blockchain dei prodotti agricoli.

Tutta la domanda iniziale, parola per parola, potrebbe essere stata scritta nel 1999, dieci anni prima dell’invenzione della blockchain. In effetti è stata scritta intorno al 1998, da varie aziende che poi sono andate tutte fallite nel primo crollo delle “dot.com”. E poi è rinata ed è già presente in mille forme, tipo Kalulu.it. Perché e come la blockchain, che fra poco proporranno pure per curare i calli, sarebbe l’unico anello mancante che magicamente fa funzionare tutto il resto, a livelli mai visti prima? La mia perplessità è questa.

Sempre parlando di certificazione di qualità: ma il tizio qualunque cui arrivano le arance, in concreto, può avere la certezza che vengano proprio dal tizio di cui ha visto la pubblicità online, ma come fa ad avere (ripeto: in concreto) la certezza che sono effettivamente tutte prive di pesticidi, raccolte senza lavoro minorile o nero, eccetera?

Certificazione? No, disintermediazione

[*] Non pensavo alla certificazione. Pensavo a un sistema distribuito che elimina gli intermediari. I coltivatori di arance in Sicilia si organizzano in consorzi. a seconda della qualità del prodotto sono scelti. Faccio un ordine di acquisto. Automaticamente gli ordini vengono messi assieme e un camion di arance parte per Firenze e vengono distrbuite a chi aveva fatto richiesta.

Disintermediazione?

[*] Credo che l’informatica stia andando verso l’eliminazione dell’intermediazione. Una volta che saranno diffuse piattaforme capaci di fare blockchain senza costi e in modo efficiente sarà naturale l’implementazione anche in casi banali come l’eliminazione degli intermediatori alimentari (grossisti, supermarkets, etc). Ma sarà una delle applicazioni.

Sull’eliminare l’intermediazione, ho dubbi quantomeno sui tempi (l’informatica doveva eliminare pure la carta dagli uffici, da almeno trent’anni). Sui limiti che ha in ambito agricolo e simili ho già scritto nel post già citato, e appena possibile ne farò un altro, ma i punti centrali sono almeno due.

Uno, generale, è che anche se davvero elimini l’intermediario stupido non puoi affatto eliminare il fornitore stupido o disonesto, e nessuna blockchain ti dà la certezza assoluta di individuarlo in tempo utile. L’altro problema in agricoltura è che più che gli intermediari fornitori, per avere certezze sfruttabili praticamente (la parola chiave è questa, praticamente), devi proprio eliminare i cibi preparati. Puoi marcare le singole arance con tutte le blockchain che vuoi (se risolvi i problemi nel mio primo post) ma nel momento in cui ti vendono una bottiglia di succo di frutta fatto con frutti di 25 campi diversi “tracciare” è comunque assai complicato.

Occhio ai garanti, e ipotesi conclusiva (per ora)

Sempre in generale, c’è il discorso della mancanza di standard e poi quello della compatibilità di blockchain, intesa come “catena di dati IMMUTABILI, verificabili da CHIUNQUE” con GDPR, privacy, diritto all’oblio e regolamenti collegati. Insomma, qualcosa ne faremo sicuro, di utile, con la blockchain. Ma quanto e cosa è ancora tutto da vedere per esserne già certi, o anche fiduciosi, secondo me.

Butto lì un’ipotesi: i settori e mercati in cui potrebbero davvero esserci applicazioni concrete della blockchain per certificare qualità ed eliminare intermediari potrebbero essere quelli di prodotti veramente locali ma soprattutto fungibili, tipo generazione e consumo di energia elettrica a livello di quartiere. Voi che ne pensate?