Ancora su Amazon, braccialetti e qualità della vita

Ulteriori commenti sul tema, fatti e ricevuti dopo la pubblicazione di questo

Parlandone su Facebook, ho visto alcune osservazioni che mi sembrano utili per riflettere ulteriormente sui famigerati braccialetti elettronici di Amazon. Sono di Eros Poeta, che a quanto mi risulta da qui e qui ha parecchia esperienza nel campo dei brevetti e delle innovazioni industriali, e col suo permesso le ho ricopiate qui:

“Lavorando da più di vent’anni nei brevetti e nel back-stage della tecnologia, mi permetto un commento. Se da un lato quanto arguito da Simone sia razionalmente più che condivisibile, dall’altro non considera alcuni aspetti riscontrabili da chi lavora nel mio settore:”

  • i brevetti hi-tech vengono depositati circa 10 /20 anni dopo la loro reale adozione in campo bellico (sembra illegale, e infatti tecnicamente lo è, ma si tratta di un reato lamentabile solo e proprio dal soggetto che lo consuma, ovvero in ultima analisi il Ministero della Difesa).
  • i brevetti sono strumenti strategici. La sola macchina a cialde lavazza ha un fog di più di 1800 brevetti (dei quali uno dei primi ha la mia mano) altamente opinabile vista la loro inconsistenza.
  • se Amazon ha brevettato uno smart-bracelet, non lo fa certo per la salute dei lavoratori. Infatti la riduzione della consapevolezza tra intenzione e azione produce demenza, e si tratta di fenomeno conclamato da fiumi di studi negli anni ‘90.
  • se tracciare i movimenti del lavoratore è considerato un abuso, resta tale anche se migliora la produttività. Abbiamo visto far più storie per cose decisamente meno massive, come il crocifisso nelle scuole.
  • in ultimo, e qui siamo alle ipotesi probabili: Amazon è il Top-JesusChrist-seller-aroundtheworld-alleluja. Dunque questo braccialetto l’ha brevettato per VENDERLO. La cosa più probabile è che si tratti di una campagna di valorizzazione del prodotto da essa stessa fomentata.

Da parte mia…

Ci sono buoni articoli che sostengono tesi opposte, come quello su l’Inkiesta o quello di Dday. Di queste cose bisogna senz’altro ragionare con molta calma, ma personalmente quegli articoli non bastano a tranquillizzarmi completamente.

Che i brevetti spesso si registrano solo “per principio” lo so bene. Ma la fase in cui si pensa che OGNI tecnologia sia neutra e che “dipende (solo) dall’uso che se ne fa” l’ho anche superata da un pezzo, per fortuna.

QUESTA specifica tecnologia potrebbe comunque essere intrinsecamente “neutra, dipende dall’uso che se ne fa”. Non lo nego di certo. Mi resta la convinzione, anche senza il commento riportato qui sopra, derivata da tutto quello che si sa su come QUELLA specifica azienda ha sempre gestito i suoi dipendenti finora, che a QUELLA azienda interessi ben poco usarla “per rendere il lavoro più umano”. E che sia molto, molto improbabile riuscire, con un’azienda del genere, a farla DAVVERO “negoziare coi lavoratori le condizioni per l’utilizzo [dei braccialetti]”.

Un “assistente” come quel braccialetto potrebbe essere un bene se fosse “visibile”, controllabile e attivabile SOLO dal dipendente. In quel caso potrebbe essere solo un genietto benevolo che, quando TU lo vuoi, ti aiuta a faticare di meno e far bella figura col capo. Concordo anche sul fatto che in molte ALTRE aziende (comunque non paragonabili con Amazon per storia, dimensioni, tutto) tecnologie molto simili siano usate come si deve. O che in ambienti di lavoro particolari sia doveroso tracciare così i dipendenti per la loro incolumità fisica.

Detto questo, quel brevetto dice nero su bianco che tutte le operazioni sono “comandate” dal server del magazzino, cioè che ai dati che già possiede si aggiungono in tempo reale quelli di dove hai le mani, e come le muovi.

In uno scenario (cui NON credo nemmeno io!!!) da 1984, chi controlla quei braccialetti capisce se in bagno stai orinando o facendo altro, a chi saluti o stringi la mano e come all’interno del magazzino (cioè che relazioni hai con i colleghi) eccetera.

A quello, ripeto, non credo nemmeno io. Ma che in Amazon, con i precedenti che ha, non si arriverebbe prima o poi ad abusi dei dati raccolti in quel modo, e comunque ad aggravare lo stress sul lavoro.. se permettete, qualche timore mi rimane. Tutto qui.

Luddismo?

Negli altri non so. Riguardo a me, giudicate voi da queste altre cose che ho scritto e faccio:

Riassumendo: digitale e automazione? Quante ne volete. Anche se fanno sparire qualche negozietto, o in generale posti di lavoro che forse non avrebbero mai dovuto esistere. Purchè siano parte coerente di strategie più complete (ma sempre credibili) che non peggiorino le gravi inuguaglianze e altri problemi sociali di questo periodo