Parlando di privacy e pari opportunità con un'insegnante...

Scopro su Internet un insegnante di scuola superiore italiana che spiega come fa lavorare i suoi studenti con un apposito gruppo Facebook, PowerPoint e Word. Gli scrivo per chiedergli se:

  • ha considerato i problemi di cui parlo nel paragrafo che inizia con “sul primo punto concordo in pieno” di questo articolo
  • visto che menziona specificamente PowerPoint e Word, conosce anche LibreOffice o Apache OpenOffice, e se prevede di utilizzare o far utilizzare anche quelli

e ottengo quasi subito questa risposta:

Non lo conosco, mi potrebbe sinteticamente dire i vantaggi che offrirebbe rispetto ai software “tradizionali”?

a cui replico così:

Libreoffice o Apache OpenOffice, che ai fini del nostro discorso sono praticamente equivalenti, sono già famosissimi (anche per la didattica) in tutto il mondo.

I loro vantaggi rispetto ai software “tradizionali” sono innanzitutto, l’educazione alla legalità. Questi programmi sono legalmente scaricabili, copiabili e condivisibili con altri a costo zero. Mentre quelli Microsoft hanno un costo di licenza, pur ridotto, quando va bene, per studenti; installarli senza averlo pagato è un reato, quindi fare qualcosa che che si può fare SOLO con Microsoft Office significa dire agli studenti “fate questa spesa non necessaria oppure commettete un reato per studiare”. Mentre invece con quegli altri prodotti questo problema/ contraddizione educativa non esiste per definizione.

In pratica, se un insegnante ha già una licenza di Microsoft Office e vuole continuare a usarlo, nessun problema, ma dovrebbe assicurarsi che quello che ci produce (testi, presentazioni eccetera) siano pienamente utilizzabili anche con Apache OpenOffice o Libreoffice.

Educazione alla legalità a parte, Apache OpenOffice o Libreoffice hanno un altro vantaggio non da poco: sono meno esigenti in termini hardware. Anche ignorando l’aspetto legale/educativo, se un insegnante scrive qualcosa in un formato utilizzabile solo con l’ultima versione di Word o PowerPoint, di fatto obbliga tutti i suoi alunni, senza ragione effettiva, ad avere un computer abbastanza potente da far girare quelle stesse versioni.

Il software, se non si pensa alle licenze, potrebbe anche essere gratis, l’hardware un po' meno. Perché chiedere certe spese alle famiglie?

Rimango a disposizione per ulteriori spiegazioni e confermo che mi interessa anche la sua opinione sul discorso Facebook.

Conclusione?

Tempo 24 ore e arriva quest’altra risposta, che immagino definitiva e lascio a voi commentare:

Non ho considerato questi problemi ma non mi sembrano sostanziali. Grazie del suo contributo (nome) Inviato da iPad