Mail bombing copia e incolla? No, grazie

Aggiornamento 21 maggio 2010: nel caso servissero ancora prove di quanto il mail bombing copia e incolla sia inutile o controproducente, la BBC ha appena riferito che anche in Inghilterra (vedi Defeat of the digital army (la disfatta dell’armata digitale)) chi spediva email di questo tipo riusciva solo a fare la figura dello spammer!

In questa settimana in cui i partiti, superate le elezioni regionali, sono finalmente… liberi di pensare di nuovo al futuro e annunciare nuove iniziative ho ricominciato a ricevere nella posta elettronica decine di inviti a fare “mail-bombing”, cioè a inondare di email casella postale di qualche decina di parlamentari con petizioni e altri appelli il cui testo è già disponibile nell’invito al mail-bombing.

Non fatelo, almeno in quel modo, qualunque sia l’argomento. Non solo è inutile in generale, ma è addirittura controproducente. In Italia, poi, forse è ancora più inutile che altrove. Ecco perché.

In generale, email a valanga o petizioni online sono inutili per le ragioni che ho già spiegato quando NON ho firmato la petizione “Internet per la democrazia”, quindi non starò a ripeterle di nuovo in questa pagina. In Italia, sono ancora più inutili che altrove perché i politici italiani il computer non sanno usarlo e nemmeno gli interessa farlo, lo lasciano fare al portaborse. Anche se ci sono tante piacevoli eccezioni in tutti i partiti, come per esempio questa.

Oltre a questo, copiare, incollare e rispedire un appello ricevuto via email (magari fregandosene di controllare come stanno effettivamente le cose) è controproducente anche da un punto di vista tecnico. Mi spiego con un esempio reale: a maggio 2009 c’è stata una seduta del Parlamento Europeo su un argomento molto importante di cui su Stop! parleremo appena possibile, la neutralità della rete. Che cosa sia la neutralità della rete per ora non ha importanza.

Quello che importa è che, dal momento che approvare una certa legge in materia avrebbe danneggiato seriamente gli interessi e i diritti di tutti i cittadini europei a vantaggio esclusivo di poche aziende, in quei giorni si scatenò una tempesta di richieste di inviare valanghe di email a tutti i parlamentari europei perchè votassero contro. Un gruppo di attivisti tanto volenterosi ma piuttosto sprovveduti aveva addirittura messo su un sito Web per facilitare il mail-bombing. Bastava scrivere il proprio indirizzo email in un modulo e un programma avrebbe inviato a tuo nome il messaggio di protesta a tutti i parlamentari. Perfetto, no?

Peccato che, in pratica, l’effetto sia stato l’opposto di quello sperato. Poche ore dopo l’avvio di quel sito arrivava infatti sulla lista OpenNetCoalition una richiesta di non usarlo più (la traduzione è subito sotto):

I'm sorry but I even got more feedback from PSE assistants who talked together because they were so pissed of mails from spanish people, who sounded like angry, spotty geeks, and made them very angry against our cause, although they are most of the time very close from our ideas. They even added filters to their mailers and asked the Infocentre of the Parliament if they were able to block these message. **this is counter-productive**

Traduzione approssimata:

“parecchi europarlamentari si sono talmente scocciati di questa valanga di messaggi TUTTI UGUALI che 1), già da giorni li filtrano come spam e hanno chiesto agli amministratori di rete del Parlamento Europeo di bloccarli tutti automaticamente PRIMA ANCORA che arrivino ai loro account, e 2) ormai cominciano ad avercela con chi propone certe idee, anche quando magari sarebbero d’accordo. Protestare così si è rivelato controproducente”

Capito il problema? A parte il fatto che lo slacktivismo non risolve niente, in generale le migliaia di email tutte uguali sono facilissime da filtrare e ignorare, sia tecnicamente sia psicologicamente. E se vi etichettano come spammer non leggeranno nemmeno altri vostri messaggi personali.

Se volete protestare davvero, prima documentatevi personalmente e poi scrivete email con parole vostre, che proprio per questo saranno più difficili da bloccare e potranno fare più impressione. Meglio ancora, scrivete la vostra protesta direttamente sui blog o siti di quei parlamentari e dei loro partiti, così le vedranno anche tutti gli altri visitatori presenti e futuri. A essere onesti, la cosa migliore in assoluto sarebbe telefonargli o mandargli fax o lettere tradizionali. Certo, costa molti più soldi, tempo e fatica che cliccare un bottone o aderire all’ennesimo inutile gruppo Facebook, ma proprio per questo verrete presi molto più sul serio.