Perchè non firmerò la petizione "Internet per la democrazia"

La petizione online della settimana è quella chiamata “Internet per la democrazia. Chiudiamo il parlamento europeo. Ora!. Io non la firmerò e consiglio a tutti di fare lo stesso. Suggerisco comunque di dargli un’occhiata, perchè tocca temi molto generali su cui dovremmo tutti riflettere un po'.

La prima ragione per cui non ho intenzione di firmare è assolutamente generale: questo non è altro che slacktivismo (attivismo puramente online che non conclude niente ma ti fa sentire in gamba), una delle attività che ho incluso nella guida a come sprecare Internet, perché, nel migliore dei casi, sono assolutamente inutili. Se proprio volete firmare petizioni, fatelo alla vecchia maniera. Una sola lettera o fax scritti a mano fanno più effetto di 10000 “firme” attaccate a una pagina Web, proprio perchè costano molta più fatica e tempo di un clic del mouse.

Questa specifica petizione, poi, comincia asserendo che: “Crediamo che la democrazia rappresentativa sia una cosa del passato”. Non so voi, ma a me quando sento discorsi del genere viene automaticamente in testa quella frase che parecchi siti di lingua inglese attribuiscono a Mussolini: “la democrazia è bella in teoria, ma in pratica è un errore”. Anche se questo fosse un problema solo mio, il resto della petizione prende allegramente a schiaffi la logica. Si dice che l’Europarlamento dovrebbe prima di tutto “cessare ogni sua attività con effetto immediato” e dopo fare certe altre cose. Va beh…

In ogni caso, ci sono parecchie altre cose più concrete a cui pensare (anche senza questa “petizione”) prima di poter pensare di andare a far democrazia su Internet.

La petizione chiede all’Europarlamento di “trasformare la democrazia in una esperienza realmente incentrata sulla user experience”, cioè, più o meno, in qualcosa che sia soprattutto appagante, affascinante, divertente per chi ne fa uso. Un paradiso, in pratica, almeno per chi è cresciuto con la convinzione che non si dovrebbe mai fare la fatica di ragionare seriamente o leggere qualcosa ogni tanto. Purtroppo la democrazia, e la politica in generale, non sono una gita a Gardaland. Per quale motivo dovrebbero mai diventare divertenti o coinvolgenti alla stessa maniera, poniamo, di un iPod o di una Playstation? Le persone adulte sanno benissimo che nella vita ci sono anche cose serie che vanno prese sul serio, non come un gioco. La democrazia è una di queste. Se qualcuno vuole che vi divertiate a praticarla, forse in realtà vuole solo distrarvi.

Nell’idea di “fare democrazia” esclusivamente attraverso Internet c’è un altro problema che potrebbe essere temporaneo ma è ancora troppo serio, specialmente qui in Italia, per ignorarlo: c’è ancora troppa gente che non può avere accesso veloce a Internet o che il computer sa usarlo pochissimo. I Parlamenti prendono decisioni che valgono per tutti. Rimpiazzarli con qualcosa che può fare solo chi passa tutto il giorno su Internet con la banda larga non è “democrazia”.

I problemi veri comunque sono altri. Internet è ancora un posto dove chiunque può dire qualsiasi cosa gli passi per la testa e trovare milioni di persone che la ripetono a tutti gli angoli, e magari ci credono pure, senza pensarci nemmeno a rileggerla da cima a fondo o sprecare tempo in attività così noiose come controllare le fonti di quella notizia.

Ora, che su Internet si possa dire qualunque cosa va benissimo ma aggiungere votare leggi via clic in un ambiente del genere, in tempo reale, non è certo democrazia. Nel caso migliore è un mondo in cui decine di milioni di persone prenderebbero decisioni su argomenti su cui non sanno assolutamente nulla. Anche se ci fossero, nella giornata, abbastanza ore per essere sempre aggiornati su tutto. Nel caso peggiore, che purtroppo è più probabile, ci troveremmo in un sistema in cui pochissime persone potrebbero manipolare le votazioni, grazie a tam-tam su Facebook e simili, molto più in fretta, molto più accuratamente e con una spesa molto, molto inferiore a quanto avviene oggi. Viva la democrazia! A proposito, lo sapevate che proprio quest’anno le aziende spenderanno più per la pubblicità online che per quella sui giornali?.

Insomma, lasciate perdere quella petizione e l’idea stessa di votare via Internet. Non è un dramma, Internet rimane comunque una grandissima risorsa per la democrazia perché permetterebbe di ottenere molte più informazioni sui politici e controllare davvero come gestiscono l’acqua o qualsiasi altro servizio pubblico. Basta che non vi illudiate che possa sostituire cose come il voto o l’assumersi seriamente le proprie responsabilità.

P.S. a chi è sicuro che da Internet può venire, senza sforzo, solo e sicuramente più democrazia, consiglio la lettura di questi articoli, purtroppo solo in inglese: