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Dove sta scritto che le scuole DEVONO farsi i libri da sole?

 Negli ultimi giorni una interessante discussione su Facebook sulla proposta del Governo di far produrre testi scolastici agli stessi insegnanti ha prodotto parecchie domande importanti ma anche, a mio modesto parere, una discreta confusione.

Quella bomba a tempo delle scuole e di Facebook

Consideriamo questi due casi:

  1. un insegnante documenta una qualche attività svolta in classe pubblicando foto e dettagli vari non solo sul blog della scuola, ma anche su Facebook. Tanto, “cosa cambia tra un blog visibile a tutta Internet e una pagina di Fb con pochi iscritti?"

  2. (molto peggio del primo) un insegnante che crea un gruppo Facebook chiuso e segreto, appositamente per la didattica, cioè per condividere materiali, assegnare compiti, per ricordare consegne e scadenze, rispiegare argomenti su richiesta, nel gruppo stesso o anche con messaggi privato o chat

L'ignoranza che i docenti non possono più permettersi

Qualche settimana fa Noa Carpignano (di cui avevo già parlato qui per la sua DidaSfera) ha scritto qualcosa che sottoscrivo al 100% anche perché è ancora più rilevante ora che le scuole sono state (ri)autorizzate a prodursi in proprio i libri di testo, se lo desiderano (grassetto mio):

Una cosina piccola piccola su registro elettronico e banda larga

Lunedì scorso all'evento annuale di Stati Generali dell’Innovazione ho sentito tante cose interessanti. Parecchie le trovate già qui, quindi io mi limito a segnalare

Quante propagande commerciali si fanno a scuola?

Lo scorso gennaio alcuni genitori della scuola elementare Iqbal Masih di Roma (*) hanno detto no alla proposta di trasformare quella dei loro figli in “una Cl@sse 2.0 tutta tablet e tecnologia”, ritenendo che “troppa didattica digitale può essere dannosa”.

Polizie, una vita da social ferma a tre anni fa

La Polizia di Stato ha appena lanciato Una Vita da Social: un progetto, supportato da diversi partner di prestigio per “fare in modo che Internet possa essere vissuto da tutti, a partire dai banchi di scuola, come un’opportunità e non come un pericolo”, fornendo ai giovani supporto e consigli prima di tutto contro il cyberbullismo ma anche per evitare truffe online e altri pericoli di Internet. Ottimo! Tranne, sembrerebbe, per la comprensione del diritto d’autore.