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Come e quando il software libero fa risparmiare soldi pubblici?

Qualche giorno fa un mio conoscente, parlando di servizi pubblici efficienti e di sprechi nella Pubblica Amministrazione, mi ha fatto alcune domande. Poichè le risposte potrebbero essere utili a parecchie persone, le pubblico direttamente qui.

Ancora con 'sta storia che il Software Libero è di sinistra?

Come forse già saprete, lo scorso ottobre avevo scritto dei rischi per la scuola italiana insiti nell’accordo Brunetta-Gelmini-Microsoft. A gennaio 2010 ne ho pubblicato una versione inglese e un paio di settimane dopo ho scoperto che quest’ultima era stata annunciata anche sul portale americano Linux Today. In quell’occasione ho scoperto anche due commenti a cui è il caso rispondere, per i motivi che vedremo.

DDL su neutralità della Rete e software aperto: hmmm...

(interessante aggiunta fatta il 2/2/2018, vedi in fondo…)

Il 16 aprile 2009, nel corso dell’incontro Libertà di rete. Libertà di software, sono state presentate le proposte del Pd per la neutralità della rete (“fondamentale per garantire a tutti democrazia e saperi”), concretizzate in una proposta di Disegno di Legge che era stata annunciata su Internet qualche settimana prima. Già il 4 aprile 2009, infatti, avevo pubblicato alcuni commenti e suggerimenti a quella prima versione del DDL.

Possibili sprechi da software al Primo Municipio di Roma

Uno dei motivi per cui è necessario, senza assolutamente dover diventare programmatori, capirci qualcosa di come funzionano i computer, è semplicissimo: usando i computer gli Enti Pubblici possono sprecare moltissimi quattrini nostrianche quando sembra che li stiano risparmiando, magari in buona fede.

Cos'è più importante, l'alfabeto o la penna?

 NOTA: questo articolo, pubblicato online solo a marzo 2009, è stato scritto a luglio 2007 come contributo a “Il software per l’informatica nella Pubblica Amministrazione: libero o proprietario?” un progetto di libro e DVD lanciato da Arturo Di Corinto

Premessa

In tutti i paesi industrializzati, diritti civili e qualità della vita dipendono già in misura non trascurabile da quale software è usato e come intorno a ogni cittadino, inclusi quelli che non hanno un proprio computer. Non c’è quindi dubbio che le norme per l’uso del software, almeno nelle Pubbliche Amministrazioni (PA), debbano ispirarsi anche a ragioni etiche.