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Il governo italiano oscura un suo sito. Ma anche no

Normattiva è un portale che “si basa sull’impiego di innovative tecnologie informatiche per la creazione di un servizio affidabile, gratuito e completo di informazione sulle leggi italiane.” Normattiva è entrato nella sua prima fase a marzo 2010. Io ho letto l’annuncio il 19 marzo. Tre giorni dopo, il 22 marzo alle 10:20 ho letto in un messaggio “Normattiva è on line. Normeinrete è off line (cioè chiuso, spento)" (Grazie a Flavia Marzano per la segnalazione!)

Dopo l'acqua, altri dati pubblici diventano davvero pubblici in Australia

A dicembre 2009 avevo scritto della cosiddetta “privatizzazione dell’acqua”. In quello e poi in un altro articolo facevo notare che, in pratica, fra gestione pubblica o privata dell’acqua può esserci poca o nessuna differenza per i cittadini, se tutti i dati relativi a quella gestione non vengono immediatamente pubblicati su Internet con una licenza d’uso che permetta di usarli come si vuole, come dovrebbe invece avvenire in Australia. Il mese scorso è arrivato un annuncio che prova come quella decisione potrebbe essere solo una parte di un movimento ben più vasto e promettente, laggiù agli antipodi: il governo di Victoria, uno degli stati australiani, si impegnato a usare, salvo eccezioni, la licenza Creative Commons per tutti i dati del settore pubblico.

A proposito di acqua pubblica o privata a Roma...

L'11 febbraio 2010 avrà luogo una manifestazione a Roma contro l’ulteriore privatizzazione di Acea, per ribadire (citando da inviti su Internet) che “l’acqua è un bene di tutti e che nessun Sindaco - per quanto eletto - può disporne come se gli appartenesse”

DDL su neutralità della Rete e software aperto: hmmm...

(interessante aggiunta fatta il 2/2/2018, vedi in fondo…)

Il 16 aprile 2009, nel corso dell’incontro Libertà di rete. Libertà di software, sono state presentate le proposte del Pd per la neutralità della rete (“fondamentale per garantire a tutti democrazia e saperi”), concretizzate in una proposta di Disegno di Legge che era stata annunciata su Internet qualche settimana prima. Già il 4 aprile 2009, infatti, avevo pubblicato alcuni commenti e suggerimenti a quella prima versione del DDL.

Se la TV digitale la guardassimo col computer...

Il passaggio dalla TV tradizionale a quella digitale terrestre sta avvenendo con una gran quantità di seccature, spese impreviste e soprattutto confusione. In pochi mesi siamo arrivati al punto che “ci vogliono nove decoder per non perdersi nulla”. Le relative polemiche hanno portato al DDL del Senatore Vincenzo Vita che imporrebbe “che i programmi trasmessi da qualunque piattaforma (digitale terrestre, satellite ecc), sia in chiaro che pay, siano fruibili per l’utente attraverso un decoder unico”.

Le scocciature da digitale terrestre potrebbero essere lo stimolo adatto per farla finita con la TV, ma questo è un altro discorso. Ben venga il decoder unico, visto che averne 3/4 in casa farebbe inquinare e sprecare energia quanto e più dei caricatori incompatibili dei telefonini. Quel che invece va meno bene è l'interattività del digitale terrestre, soprattutto finché ci preoccupiamo solo dei decoder e non di dove li attacchiamo.