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Formati aperti: la Regione Veneto li promuove, la Camera di Commercio di Belluno li ignora
Come ho spiegato in un altro articolo, i formati dei file sono importantissimi: se, almeno negli enti pubblici, non si usano formati aperti si può sprecare denaro pubblico, ritrovarsi prima o poi con documenti pubblici digitali illeggibili, e costringere a spese inutili chiunque debba interagire per lavoro o altro con quegli enti.
Formati dei file, alfabeti e soldi pubblici: lo sapevate che...
I formati dei file sono le regole che stabiliscono il significato di tutte le sequenze dei bit che si trovano all’interno di un file. Se il formato di un file non è aperto, ovvero completamente conosciuto e utilizzabile da tutti senza chiedere permessi o pagare autorizzazioni, quel file è sicuramente leggibile soltanto
Ancora con 'sta storia che il Software Libero è di sinistra?
Come forse già saprete, lo scorso ottobre avevo scritto dei rischi per la scuola italiana insiti nell’accordo Brunetta-Gelmini-Microsoft. A gennaio 2010 ne ho pubblicato una versione inglese e un paio di settimane dopo ho scoperto che quest’ultima era stata annunciata anche sul portale americano Linux Today. In quell’occasione ho scoperto anche due commenti a cui è il caso rispondere, per i motivi che vedremo.
Cos'è più importante, l'alfabeto o la penna?
NOTA: questo articolo, pubblicato online solo a marzo 2009, è stato scritto a luglio 2007 come contributo a “Il software per l’informatica nella Pubblica Amministrazione: libero o proprietario?” un progetto di libro e DVD lanciato da Arturo Di Corinto
Premessa
In tutti i paesi industrializzati, diritti civili e qualità della vita dipendono già in misura non trascurabile da quale software è usato e come intorno a ogni cittadino, inclusi quelli che non hanno un proprio computer. Non c’è quindi dubbio che le norme per l’uso del software, almeno nelle Pubbliche Amministrazioni (PA), debbano ispirarsi anche a ragioni etiche.