Polizie, una vita da social ferma a tre anni fa
La Polizia di Stato ha appena lanciato Una Vita da Social: un progetto, supportato da diversi partner di prestigio per “fare in modo che Internet possa essere vissuto da tutti, a partire dai banchi di scuola, come un’opportunità e non come un pericolo”, fornendo ai giovani supporto e consigli prima di tutto contro il cyberbullismo ma anche per evitare truffe online e altri pericoli di Internet. Ottimo! Tranne, sembrerebbe, per la comprensione del diritto d’autore.
A ODDIT14 non mancavo solo io
ODDIT14 è l’edizione italiana dell’Open Data Day, che ha avuto luogo sabato scorso (se non sapete cosa sono gli Open Data, potete farvene un’idea da questi articoli). Per vari motivi, nulla di grave, negli ultimi giorni non ho potuto muovermi da casa. Quindi ho seguito l’evento tutto il giorno, meglio che potevo, ma solo via Twitter. Con questa premessa, cioè con la piena consapevolezza che probabilmente mi sono perso parecchie cose, da quello che ho visto ho l’impressione che ci fossero diversi assenti molto più importanti di me. Per esempio:
Sfida su Open Education? Ecco la mia proposta
Ieri è stata lanciata la sfida sulla Open Education: progettare, sviluppare e distribuire un corso online gratuito massivo, cioè alcun limite numerico alle iscrizioni. A caldo, dopo una prima, (molto) veloce lettura di regole e bando ho l’impressione che un tema perfetto per questa sfida sarebbe una cosa che vado proponendo da quasi tre anni, fra i primi al mondo per quanto ne so: insegnare a docenti e/o studenti delle scuole superiori uso e produzione di Open Data nella scuola, all’interno delle *NORMALI attività didattiche.
La più GROSSA bugia su Internet è..
quell’avviso ASSOLUTAMENTE RIDICOLO spiaccicato su innumerevoli siti Internet fatti con la testa fra le nuvole:
Se aspettiamo gli Open Data buoni non li avremo mai
Giorni fa sono mi sono trovato in mezzo a in una conversazione via email in cui Tizio, rispondendo a Caio che chiedeva come muoversi per stimolare il suo Comune a produrre Open Data ha detto più o meno:
Scuola 2.0: solo per i colossi, e senza Book in Progress?
La settimana scorsa Repubblica ha pubblicato una sorta di spot pubblicitario mascherato da articolo, comunque interessante e con un titolo onesto: