Di pedofili, bambini e genitori che li mettono su Facebook

Oggi Internet è piena di denunce e consigli per i genitori che, postando senza pensieri le foto dei loro bimbi su Facebook, favorirebbero la pedopornografia, dando ai pedofili materiale da rubare e scambiarsi via Internet, per farne di tutto. Gran parte delle giustificazioni fornite per quei consigli sono ridicole.

Industria 4.0, Smart Cities, Startup o... Fai-da-te Digitale?

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I primi tre termini nel titolo di questo pezzo, insieme a Internet of Things e Big Data, sono quelli che, in questo periodo, sembrano maggiormente di moda quando si parla di innovazione, soprattutto se “digitale”. C’è però un altro fenomeno, su cui mi è capitato di lavorare parecchio ultimamente, che forse ha ricevuto meno attenzione di quelli, ma potrebbe influenzarli in parecchi modi importanti.

La verità? Devono dircela loro

Diceva Repubblica, a proposito di bufale e di chi ci casca, che il signor Felice è sinceramente pentito per aver rilanciato su Facebook una bufala sulla sorella della Presidente della Camera Laura Boldrini. Leggendo l’articolo, è facile convincersi che il signor Felice fosse in buona fede. Cioè che fino a quel momento non immaginasse nemmeno che c’è gente che le bufale su Facebook le sparge per mestiere. Ora lo ha saputo, e andrebbe tutto bene a meno di un particolare:

Bufale su Web, ecco quali DOVETE pubblicare

L'UNICA bufala che potete pubblicare sul Web, perché nessuno potrà mai, mai smentirvi, è questa:

La Germania, il suo PIL e la... confusione di Avvenire

Le bufale o, come va di moda ultimamente, “fake news” a volte stanno nei titoli degli articoli, il che è un problema perché troppa gente legge solo quelli. Ma ieri, nella redazione di Avvenire, qualcuno l’ha sparata davvero grossa, titolando:

Corruzione nelle grandi opere? Possono combatterla gli studenti

Leggetevi questa inchiesta dell’Espresso sulla corruzione che uccide nelle grandi opere. Leggetevela! Non tanto, e non solo, per la corruzione in sè stessa, ma per capire come potrebbero aiutarci a combatterla… gli studenti! Ogni riga di quell’articolo è un motivo in più per mettere in pratica subito, in tante facoltà universitarie e scuole superiori di tutta Italia, una proposta che ho fatto ormai quasi sei anni fa. Ecco il perché.