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A ODDIT14 non mancavo solo io

ODDIT14 è l’edizione italiana dell’Open Data Day, che ha avuto luogo sabato scorso (se non sapete cosa sono gli Open Data, potete farvene un’idea da questi articoli). Per vari motivi, nulla di grave, negli ultimi giorni non ho potuto muovermi da casa. Quindi ho seguito l’evento tutto il giorno, meglio che potevo, ma solo via Twitter. Con questa premessa, cioè con la piena consapevolezza che probabilmente mi sono perso parecchie cose, da quello che ho visto ho l’impressione che ci fossero diversi assenti molto più importanti di me. Per esempio:

La più GROSSA bugia su Internet è..

quell’avviso ASSOLUTAMENTE RIDICOLO spiaccicato su innumerevoli siti Internet fatti con la testa fra le nuvole:

Se aspettiamo gli Open Data buoni non li avremo mai

Giorni fa sono mi sono trovato in mezzo a in una conversazione via email in cui Tizio, rispondendo a Caio che chiedeva come muoversi per stimolare il suo Comune a produrre Open Data ha detto più o meno:

Scuola 2.0: solo per i colossi, e senza Book in Progress?

La settimana scorsa Repubblica ha pubblicato una sorta di spot pubblicitario mascherato da articolo, comunque interessante e con un titolo onesto:

Perché i metadati sono importanti

I metadati sono “dati a proposito di altri dati”. Per esempio, luogo, ora, durata e destinatario di una conversazione al cellulare o su Facebook sono i metadati di quella conversazione, ben distinti dal suo contenuto più o meno compromettente. Dedico a tutti quelli che se ne fregano se i loro metadati, e null’altro, vanno a porci e cani “tanto mica è un’intercettazione, che problema sarà mai” questa mia versione di

Combattere il digital divide con la Corte dei Conti?

Una proposta vista anni fa in una discussione Facebook sul digital divide (*). [invece di potenziare ADSL, ultimo miglio, reti in fibra e quant'altro...], diceva qualcuno, dovremmo potenziare una sola cosa: