Manca il Ministro per il Digitale? Sicuri che sia un problema?
Secondo me no. Forse sarebbe un problema il contrario.
Gianluigi Cogo si duole che neanche nel “governo del cambiamento” c’era un ministro per il digitale:
- I protagonisti del recente tentativo lo avevano già etichettato come “governo del cambiamento” quasi a significare una vera e propria rivoluzione… Su questa base di auspicio e di speranza, da più parti si è richiamata negli ultimi giorni l’attenzione per una delega che nel nostro governo è invocata da anni, ovvero la delega al digitale. [cosa che] in altri paesi è già realtà
- La “lista di Conte” dimostra che anche stavolta erano caduti nel vuoto i tanti appelli perché la questione innovazione assurgesse finalmente al rango di un ministero…. ma anche questa volta non c"era trippa per gatti. Nella compagine in fieri, il Ministro al digitale non compariva
Cogo è una persona in gamba, che di digitale ne sa parecchio, e quell’articolo va letto tutto perché contiene parecchie considerazioni importanti e condivisibili. Su questo specifico punto del “Ministero per il Digitale”, comunque, non sono d’accordo con lui. Nè lo sono con una dichiarazione che lui riporta, su cui tornerò fra un attimo.
Un Ministro per il Digitale? Non sono d’accordo per lo stesso motivo per cui già sei anni fa mi chiedevo “Servono ancora gli uffici di gestione sistemi informatici nelle PA?": ho fortissimi timori che nei fatti diventerebbe una scusa per tutto il resto del governo per dire “io non ne so nulla di digitale, e finché il tuo Ministero esiste ho un’ottima scusa per non saperlo”
Certe cose non sono più “nuove tecnologie” da almeno vent’anni. Ormai non serve UN Ministro per il Digitale. Ormai serve scartare a priori, per qualunque incarico di governo, chiunque non abbia una conoscenza decente, pur se non da tecnico, di certi strumenti e possibilità.
Sì, lo so che nell’Italia di oggi, soprattutto nelle Pubbliche Amministrazioni, certe figure sono ancora rarissime. Ma se non cominciamo a spingere seriamente in quella direzione ora, quando ci arriviamo? Non certo aspettando che invecchino i giovani, lo sappiamo da almeno cinque anni che pure quella spesso è una scusa per non far niente. Senza contare che la competenza in materia dei mitici “nativi digitali” è molto più mito che sostanza.
L’altra dichiarazione che non mi convince in quell’articolo è quella di Carlo Mochi Sismondi in chiusura di ForumPA 2018: “è un ministro per il futuro che serve a questo paese”.
Non mi convince per motivi simili a quelli del Ministro per il Digitale. Nominare un ministro per il futuro è ammettere che tutti gli altri pensano al massimo alle prossime ferie, se non soltanto al passato. Quello che serve, al limite, è che sia per il futuro l’intero governo. Ma non ora, sempre. Per definizione.
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