Pensionati scavalcati alle Poste, di chi è la colpa?
Pensionati che chiamano i carabinieri perché “chi ha prenotato con la app gli passa davanti in fila alle Poste”. C’è qualcosa di scandaloso qui, ma cosa, esattamente? Vediamo.
Il succo della storia è questo:
“gli anziani in fila per la pensione dalla mattina presto, dopo aver assistito al continuo arrivo di clienti più giovani che, cellulare alla mano, saltavano la fila, operavano e andavano via, hanno [deciso] di chiamare i carabinieri. Casus belli, una recente applicazione per smartphone, messa a disposizione da Poste agli utenti che vogliano prenotare a distanza il ticket allo sportello, decidendo perfino l’orario desiderato. Una funzione riservata, come è facile immaginare, a chi ha dimestichezza con la tecnologia…
Ho il triste sospetto che lo scandalo vero, la cosa che fa davvero pena in questa storia **non **siano i pensionati scavalcati. Quelli, prima si ritroveranno costretti a prenotare la fila allo stesso modo, o a pagare canone RAI e altre “bollettte” solo online e meglio sarà per tutti, ma ** soprattutto per loro! **Il perché l’ho già spiegato qui.
La cosa triste che sospetto è che quei “giovani” non avrebbero dovuto proprio esserci, in quell’ufficio, a passare davanti agli anziani. Sospetto cioè che la maggior parte di loro fosse lì per cose che, in un paese moderno, si possono e dovrebbero fare solo online, invece di essere ancora costretti a perdere tempo allo sportello delle Poste, col solo contentino ridicolo di “prenotare con la app”. Una modernità e “digitalizzazione” che è perfettamente in linea, e altrettanto ingannevole, del “WiFi gratis mentre fai la fila alle Poste”.
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