Ancora su Prof., minori e Facebook

(Questa è una sintesi dei miei interventi in una discussione online su un tema che ho già trattato, quello della “bomba a tempo” delle scuole e di Facebook)

[un altro partecipante]: …c’è la questione delle informazioni su di loro che forniamo ai gestori dei social. È come se andassimo in un pub (dove vendono liquori) e incontrassimo dei minorenni che conosciamo e che cercano una comunicazione con noi. Cosa fai? Li ignori perché sennò violi la loro privacy e diventi complice del gestore del pub che li ha fatti entrare?… Ecco, credo che ognuno abbia la libertà di scegliere se, cosa e come comunicare in quel “pub” con un minorenne che è già lì (non l’abbiamo invitato noi ad entrare) e che cerca un contatto con noi perché ci conosce.

La mia risposta: Bello l’esempio del pub, vediamo se usando quello riesco a farvi capire di che si dovrebbe parlare:

Se entri in un pub e ci trovi un minorenne che ti chiede spiegazioni di matematica o semplicemente un contatto perché ti conosce, ma QUELLO specifico pub è un pub dove sapete benissimo (e se non lo sapete è grave) che il proprietario:

ha riempito i tavoli di microfoni APPOSTA per sapere quali clienti hanno problemi di matematica (per mandargli offerte di ripetizioni private) o che altri luoghi frequenta (per mandargli altre pubblicità, o per rivendersi tutte quelle informazioni a terzi)

tu che sei un insegnante che è pure obbligato da POF, regolamenti scolastici, disposizioni del Garante privacy eccetera a non diffondere dati personali degli alunni che fai? Ce l’hai o no un qualche obbligo di dirgli almeno “se vuoi andare per pub fai pure e se vuoi che ci prendiamo una birra insieme va benissimo, ma non in QUESTO pub”?

Una risposta molto comune a domande come questa è una qualche variante di “non c’è problema se hai fatto firmare ai genitori una liberatoria sulla privacy che riguarda proprio l’uso di strumenti multimediali e della rete per scopi didattici”

Ma ai fini di questo discorso, quelle liberatorie potete metterle nei bagni al posto della mitica carta igienica che nelle scuole non c’è mai. Un genitore non può firmarti una liberatoria per VIOLARE obblighi che già hai. Possono firmarti tutte le autorizzazioni che vuoi a fumare in classe in faccia ai loro figli, non puoi farlo comunque. E qui è la stessa situazione.

Il che, ovviamente, NON significa rinunciare a interagire con gli alunni online. Significa solo che ci sono solo ALCUNI luoghi o tipi di luoghi che andrebbero evitati a priori per certe attività. Perché farlo è intrinsecamente, strutturalmente contrario a certi obblighi educativi preesistenti, nella fattispecie quelli del non fornire, a terzi che han solo finalità commerciali, **ancora più **dati sensibili su alunni spesso minori.

E discutere di “come farlo bene” è come consumarsi il cervello su COME condurre incontri degli Alcolisti anonimi (perché ci son di sicuro modi sbagliati e modi giusti di farlo, ma di certo va fatto) dando per scontato che l’unico posto dove si possono tenere è DENTRO una distilleria di whisky, dove solo con gli odori ti ubriachi sicuro.