Se vi negano il mutuo perché state su Facebook...
I punti che seguono sono un riassunto di un articolo in inglese appena uscito intitolato “Fra poco, se vi rifiuteranno un prestito potreste ringraziare la raccolta di dati online”:
- l’uso dei dati raccolti dalle nostre attività sui social network non è quasi per niente regolamentato (e se pensate che questo vale per gli USA, e la situazione in Europa sia molto diversa, in pratica, ripensateci)
- i dati raccolti vengono spesso utilizzati per riconoscere gli utenti più a rischio per i fornitori di servizi come assicurazioni sanitarie e non, vacanze e prestiti di ogni tipo, dal mutuo alle rate del frigorifero
- e il risultato è che quei clienti vengono discriminati senza nemmeno rendersene conto, quando cercano qualcosa online
Esempio pratico (mio, non dall’articolo): tecnicamente, se per risparmiare tempo e denaro cercate un biglietto aereo scontato su Internet, il sito di biglietteria potrebbe benissimo chiedere a Facebook quali amici avete e controllare dai server delle loro banche quanti di loro sono in rosso. E a quel punto farvi pagare un pochino di più, perché se conosci certa gentaccia sarai a rischio pure tu e loro si devono tutelare, no? Nulla di nuovo, è da almeno un anno e mezzo che ci stanno provando.
Tutto automaticamente, in mezzo secondo, dietro le quinte. E tutto grazie al fatto che oggi tutte le “amicizie” e comunicazioni online sono centralizzate in pochi grossi servizi come Gmail, Facebook, Dropbox, Flickr eccetera, rendendo raccolta e analisi dei dati facilissime.
Cosa che, invece, non succederebbe se si riuscisse a realizzare questa alternativa. Tocca a voi, ora.
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