Come portare gli ebook nella scuola? Imparando dalla raccolta differenziata...

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Ho chiesto a un amico, insegnante da vent’anni, cosa ne pensa della proposta dell’editore Garamond di abbandonare i libri di testo in adozione e del mio commento che passare ai libri di testo digitali andrebbe bene… ma solo se fosse fatto in maniera aperta, cioè senza costringere nessuno a comprare e usare uno specifico lettore, che potrebbe magari sparire dal mercato dopo pochi anni (e se va come ha mette il MIUR, non sono preoccupazioni ipotetiche) a sentire il MIUR. Questa è la sua risposta.

Il problema, quando si parla di interazioni tra scuola e qualsiasi altra cosa (scuola e tecnologie, scuola e società, scuola e mass media) è quasi sempre che lo si fa non tenendo conto di una delle due variabili, proprio quella più importante, cioè la scuola. Cerco di spiegarmi in poche righe.

La mia impressione è quasi sempre che chi scrive o progetta gli incontri tra la variabile x e la scuola, in realtà parli con grande competenza della variabile x, ma non conosca affatto la scuola. Spesso, e di questo va dato onore al merito, è un grande esperto della variabile x, e nell’articolo che scrive si capisce la sua passione, la sua capacità di proporre soluzioni, avanzare ipotesi. Poi, rileggo. E mi rendo conto che, ad esempio, cita sempre genericamente “la scuola” e mentre entra continuamente nei dettagli della variabile x non sa nulla, nei dettagli, della complessità del sistema scuola.

Sai cosa mi piacerebbe fare? Chiedere ad esempio se sa che chi ha progettato il sistema della raccolta differenziata nelle scuole (idea bellissima) non ha tenuto conto del fatto che la scuola è frequentata da minori in formazione, che necessitano appunto prima di in-formazione ed educazione.

Pertanto, mettere gli scatoloni per la differenziata, senza aver fatto, spesso a ragazzini di 10-11 anni, un pò di formazione, o averla fatta ai loro insegnanti, che si ritrovano anche loro gli scatoloni dalla sera alla mattina in corridoio, significa condannarsi alla scena seguente: l’addetto, che ingenuamente e anche un pò sprovvedutamente (ma d’altro canto come dicevamo, lui di scuola non sa niente, se lo avesse chiesto a chi vive con i ragazzini glielo avrebbe detto) ha messo i contenitori per la raccolta accanto alle macchinette delle merendine (se vuoi potremmo parlare anche di quelle..) si ritrova i contenitori immancabilmente (prevedibilmente, secondo me..) contaminati dalle plastiche dei pacchetti.

Per cui per anni, ogni giorno, giorno dopo giorno, il volenteroso addetto è costretto puntualmente a buttare tutto nell’indifferenziata, sprecando tempo, lavoro, risorse. Mi dirai: falla tu l’educazione. Non funziona così, il sistema scuola è complesso, le modifiche devono essere “messe a sistema”. Non siamo più nella scuola degli anni ‘50, che può essere cambiata dalle piccole romantiche gesta di maestrine dalla penna rossa. Io nel mio piccolo lo faccio, ed i miei alunni ci stanno attenti. Ma per sputtanare il tutto bastano due sacchetti di plastica nella carta, e l’alunno di qualche altro lo farà sicuramente. Mi dirai: sposta tu i contenitori..Non funziona così, se li sposto, l’addetto non li trova e non li svuota, perchè lui deve trovarli dove li ha messi o dove gli hanno detto di metterli..

Scusami l’esempio banale, ma rende l’idea. Sento parlare di e-book, e reader, formati, licenze, supporti. Benissimo. Quanti sanno effettivamente come avviene l’adozione di un testo, sia esso elettonico o cartaceo, nella scuola? Quali siano i passaggi buroamministrativi, gli adempimenti, gli organi, le riunioni, le figure, l’uso? Vuoi la mia opinione? Io sono per l’abolizione definitiva di ogni tipo di adozione, che è il fardello ereditario di una scuola che non esiste più da almeno 20 anni. A prescindere dal supporto. Ma questa è un’altra storia…

Nota finale mia (assolutamente generale, nemmeno riguarda direttamente i testi scolastici, ma già che ci sono approfitto del pretesto): “mettere a sistema” OK, ma non dimentichiamo tutti quei casi in cui gli insegnanti già pronti, non genericamente “la scuola”, possono fare qualcosa di buono senza lavorare di più o aspettare la manna dal cielo!