Regione Lazio, deficit sanitario e dati aperti

L’Agenzia di Sanità Pubblica (ASP) del Lazio è uno degli enti regionali più ambiti, il primo in materia sanitaria, perché studia il fabbisogno sanitario del Lazio per conto del Consiglio Regionale

In pratica l’Asp raccoglie, controlla e verifica tutti i dati (tranne quelli di carattere finanziario) che riguardano l’assistenza erogata da ogni singola struttura sanitaria pubblica o convenzionata: da quanti posti letto vengono occupati e quando a quanti esami e operazioni vengono effettuate.

Quando scopre qualcosa che non va, l’ASP lo segnala alla regione perché prenda le decisioni del caso: “è l’Asp che ha indicato alla Giunta Polverini dove ridurre letti, quali ospedali chiudere quali no”.

A settembre 2011 l’ASP è stato commissariato anche perché, pare, i suoi dirigenti erano “espressione di un equilbrio politico che è cambiato”. Nominare dirigenti pubblici seguendo quote e accordi di spartizioni più o meno rigide fra partiti è un discorso complicatissimo che non ho affatto intenzione di fare. E forse, se le cose andassero in un certo modo, non avrebbe nemmeno tanta importanza.

Leggendo di questa guerra sull’ASP del Lazio, ho scoperto che l’Agenzia NON pubblica tutti i dati pubblici che raccoglie in maniera aperta. Qui, per esempio, ci sono i “dati sulla dotazione dei posti letto accreditati dei singoli soggetti erogatori”, ma (a dicembre 2011) sono vecchi di cinque anni, non sono in formati aperti e soprattutto non c’è indicazione della licenza. Insomma, non sembrano proprio dati aperti.

Se lo fossero quel “controllo e verifica di tutti i dati per scoprire che qualcosa che non va” potrebbero farlo tutti i giornalisti, medici e altri esperti indipendenti del Lazio, non solo quelli controllati da dirigenti usciti da accordi fra partiti. E potrebbero farlo, tutti insieme, continuamente, in tempi più brevi e a costo zero per la Regione. Chissà, magari se avessimo ffatto sempre così, cioè se avesse fornito sempre i dati giusti a tutte le persone giuste, il Lazio non sarebbe la regione italiana col maggior disavanzo sanitario: 2036 Euro per cittadino, per un totale di quasi 11 miliardi di Euro, (dato 2010).