Comprare olio extravergine d'oliva su Internet? Mica sempre

Qualche giorno fa chiedevo come mai gli agricoltori italiani, a cui spesso non conviene più produrre, non imparano dall’Africa. Oggi, invece…

Oggi ho appena letto sul Fatto Quotidiano che:

  • anche il mercato dell’olio d’oliva è in mano agli imbottigliatori,fra cui diverse multinazionali, che acquistano olio all’estero a prezzi stracciati
  • noi Italiani importiamo molto più olio di quanto ne esportiamo
  • è vero che l’olio extravergine di oliva buono costa molto di più di quello “industriale”, ma per insaporire un piatto ne basta molto meno
  • (soprattutto) per risparmiare, bisognerebbe tornare a comprare direttamente al frantoio, visto che ogni azienda olivicola di qualità ne possiede uno
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Concordo in pieno. Ma ho anche scoperto che, dei due produttori nostrani di olio extravergine di qualità che nell’articolo si lamentano della crisi, uno ha un sito che dice soltanto “scusateci se non siamo ancora online ma, come al solito, siamo in frantoio a fare uno dei migliori extravergine bio al mondo”. L'altro un sito ce l’ha, anche carino, ma con la stessa mancanza del primo: manca un’interfaccia per comprare i loro olii via Internet, senza perdere tempo.

Mossa non proprio vincente, in un mondo fatto di gente che compra l’olio di scarsa qualità al supermercato sotto casa non solo e non sempre per questioni economiche, ma soprattutto perchè non ha tempo per andare al frantoio. Visto che passa la giornata inchiodata a un computer da cui con un clic può raggiungere, in proporzione, più fabbricanti di calzini in Nuova Zelanda che produttori di olio extravergine d’oliva in Italia.

In realtà il problema non riguarda tanto quei due particolari produttori menzionati nell’articolo, che sono talmente di nicchia da potersi (ancora) permettere di non vendere direttamente via Internet. Sono tutte le altre piccole aziende agricole italiane, non solo i produttori d’olio d’oliva che dovrebbero chiedersi se possono ancora vendere solo come nel secolo scorso.