Giovani sempre più imprenditori di se stessi con l'informatica. Ma quale?

Leggo in un dettagliato resoconto di Zenith intitolato Con l’informatica, i giovani sempre più imprenditori di se stessi che intervenendo giovedì 14 aprile al Forum Youth Communication in the Social Media Age, svoltosi presso l’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma, Pier Luigi Dal Pino ha osservato che

“la tecnologia informatica viene in aiuto ad una nuova imprenditoria giovanile che meglio di qualunque altra precedente generazione è capace oggi di coglierne il vero valore in termini di produttività ed efficienza”. Di conseguenza, dice sempre Dal Pino, “In Italia occorre puntare sui giovani come futuri imprenditori digitali”.

Tutto molto condivisibile. Peccato soltanto che, a fare questi discorsi, un’istituzione importante come un Ateneo Pontificio abbia chiamato soltanto Dal Pino, che è Direttore centrale per le relazioni istituzionali ed industriali di Microsoft Italia, cioè dell’azienda che ha proposto (tanto per far notare che non necessariamente i più grossi hanno sempre ragione):

e che in generale usa formati che più che innovazione creano dipendenza.

Un’altra parte rilevante, sempre secondo Zenith, dell’intervento di Dal Pino è la spiegazione del perchè c’è poca innovazione: “il capitale umano digitale ad alto valore innovativo rimane ancora fortemente inespresso… Molte sono le cause ed in primis la difficoltà di accesso al credito, la scarsa propensione brevettuale, la mancata protezione della creatività e della proprietà intellettuale e non in ultimo l’accesso alle tecnologie in una prima fase imprenditoriale”.

Sulla difficoltà di accesso al credito nulla da eccepire. Lo dicono già tutti dal presidente di Confindustria all’ultimo negoziante che quello è un problema enorme, ma è un problema di fondo, che non dipende per nulla dalle caratteristiche specifiche del settore produttivo di cui si sta parlando.

Più interessanti sono, sia in generale che considerando da chi le segnala, le altre cause citate, a partire dalla mancanza della protezione della creatività e della proprietà intellettuale. In questi settori la realtà è un pochino più vasta e diversificata di quanto presumibilmente raccontato da Microsoft in quel Forum. Meno di due mesi fa, per esempio, è uscito uno degli studi più importanti ed estesi mai effettuato sulla pirateria di musica, film e software e sull’imposizione anche con sanzioni dure del diritto d’autore. Il rapporto, di cui potete trovare un riassunto e il link alla versione completa sul sito di Scambio Etico.

Quanto ai brevetti, la Free Software Foundation Europa) spiega che promuoverli serve in generale per bloccare la concorrenza e in particolare potrebbe “vanificare la causa antitrust dell’Unione Europea contro Microsoft”. La stessa fondazione mantiene un sito molto completo sul perchè i brevetti software sono in generale una pessima idea.

Oggi tutti, e i giovani in prima fila, comunicano usando moltissimo l’informatica e Microsoft fa un sacco di cose importanti in campo informatico. Quindi non c’è nulla di male, anzi, a invitare un suo dirigente come relatore in un forum dedicato alla comunicazione giovanile nell’era dei social media. Però non fornire, invitando rappresentanti di altri punti di vista, una panoramica più completa di certi argomenti è abbastanza grave, o come minimo un’occasione sprecata. Speriamo che se ne riparli, in maniera più bilanciata, al prossimo meeting dei blogger in Vaticano.