I testi scolastici costano troppo? A Mantova una scuola prova a produrli in proprio
Ogni anno le famiglie italiane devono spendere centinaia di euro a figlio in libri di testo, mentre i relativi limiti di spesa vengono regolarmente superati, nonostante denunce e consigli autorevoli. Il Ministro dell’Istruzione Gelmini ha proposto di ridurre costo e peso dei libri scegliendo, a partire dal 2011, libri di testo digitali, cioè scaricabili da Internet o leggibili su appositi “lettori” (speciali mini-schermi portatili).
Questo, quando avverrà, alleggerirà parecchio il carico sulle schiene dei figli, ma non è affatto detto che la stessa cosa accadrà anche per i portafogli dei genitori (secondo Adiconsum il risparmio potrebbe essere anche solo del 10%). Il punto è che i testi elettronici sarebbero comunque protetti da diritto d’autore, che permette a chi lo detiene di chiedere il prezzo che vuole.
Mentre tutti aspettiamo fiduciosi i libri elettronici ufficiali, l'Istituto Tecnico e Liceo Scientifico Tecnico “Fermi” di Mantova sta sperimentando una soluzione che potrebbe essere ancora più efficace. Ce la spiegano la preside Cristina Bonaglia e il professor Mario Cantadori.
Stop: Come state affrontando al Fermi il problema dei libri di testo?
Bonaglia: Cercando di costruire una libreria digitale, per sostituire i libri di testo con materiali autoprodotti. È un’idea nata da diverse considerazioni, prima fra tutte la necessità di rivolgerci alle nuove generazioni (i “nativi digitali”) con i loro codici di accesso alle conoscenze.
Stop: Gli studenti partecipano alla preparazione dei materiali?
Bonaglia: Per ora no ma è previsto, abbiamo già fatto qualche prova.
Stop: Visto lo spirito dell’iniziativa e le limitazioni dell’attuale diritto d’autore, immagino che anzichè usare la formula “tutti i diritti riservati” i vostri testi saranno anche scaricabili gratuitamente e liberamente modificabili da tutti, con licenze Creative Commons.
Bonaglia: Esatto!
Stop: Quale potrebbe essere, a lavoro finito, il risparmio per le famiglie?
Bonaglia Quello corrispondente al costo dei libri tradizionali, meno i costi di stampa. In media parliamo, come ordine di grandezza, di 300/500 euro per anno a studente.
Stop: Cosa ne pensano i docenti?
Bonaglia: Per ora pare siano entusiasti.
Cantadori: Certo, a volte noi delle vecchie generazioni siamo ancora un po' diffidenti all’idea di sostituire interamente i testi cartacei con altri digitali, ma queste considerazioni non possono comunque limitare la diffusione della conoscenza; e poi i libri di testo cartacei devi portarteli appresso tutti i giorni che hai lezione, anche se normalmente ne usi solo qualche pagina!
Stop: Ci sono ostacoli o procedure particolari da rispettare a livello burocratico? Oppure si possono adottare ufficialmente, senza problemi anche testi che non hanno un ISBN (codice internazionale dei libri) ufficiale o non sono pubblicati da un editore tradizionale?
Bonaglia: Per ora è ancora tutto fatto in casa e non è pubblico. Per il futuro, che io sappia non c’è nessuna preclusione alla pubblicazione di materiale interno e nemmeno nessun ostacolo all’adozione di tali materiali come “testi ufficiali”.
Stop: Che progetti e speranze avete per il futuro?
Bonaglia: L’obiettivo finale è di poterlo fare su scala nazionale, coinvolgendo una rete di scuole per produrre materiali condivisi su classi parallele.
Invito finale di Stop a tutte le scuole italiane
Certo, il Fermi è una scuola che non ha paura di sperimentare. Nel 2009 ha ospitato un evento a cui ogni famiglia dovrebbe partecipare, il Linux Day, e sviluppato in casa un programma per prenotare i colloqui con i professori via Internet. Nel 2010 ha lanciato un progetto per costruire un mini razzo e sta lavorando a un laboratorio sul fotovoltaico (una tecnologia che già usano). Va anche detto che, almeno in certi campi, riscrivere libri di testo è una cosa delicata. Però, o forse proprio per questo, la parte più importante di questa mini intervista è l’invito contenuto nell’ultima risposta della preside. Produrre insieme alla luce del sole, se non interi libri di testo, almeno esercizi e altro materiale didattico ausiliario, è un’attività utilissima che diventa tanto più facile quante più scuole partecipano. All’estero c’è già una quantità enorme di materiale adatto che aspetta solo di essere tradotto, e anche in Italia ci sono già altre iniziative del genere. L’importante è trovarsi e collaborare. Spero perciò che più scuole possibile raccolgano presto l’invito del Fermi di Mantova.
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