Domanda per Microsoft: dove sono le informazioni su OpenDocument?
Ho già spiegato in un articolo a parte che i formati di file aperti sono essenziali per evitare sprechi e inefficienze nelle Pubbliche Amministrazioni e che il formato giusto, nel campo dei documenti da ufficio, è quello chiamato OpenDocument Format (ODF).
Poichè seguo regolarmente questi temi, a settembre 2009 ho ricevuto la seguente richiesta dall’estero:
Ho letto in un rapporto che (traducendo a braccio) "secondo Microsoft, le autorità regionali italiane hanno esaminato OpenDocument ma le proposte di farne lo standard obbligatorio sono state respinte. Probabilmente questa affermazione viene dalla lettura del rapporto di Microsoft chiamato Neutral Government Software Procurement Policies" (Politiche di governo neutrali per gli appalti software. Posso chiederle una conferma di questo fatto e qualche fonte più dettagliata che spieghi quali proposte sono state rifiutate e perché?
All’epoca sapevo, come so adesso, che non c’è nessuna legge o regolamento in Italia, nemmeno a livello comunale, che imponga l’uso del formato OpenDocument per i documenti da ufficio, in nessun contesto. Anzi, nell’ultimo anno ho incontrato casi in cui l’esistenza di ODF viene ignorata e proposte di legge che potrebbero, anche se involontariamente, aggravare la situazione. Però non ricordavo di aver sentito di proposte di fare di ODF lo standard obbligatorio.
Quando ho ricevuto quella richiesta ho provato a rintracciare quelle proposte ma non ci sono riuscito. Allora, l'8 settembre 2009, ho scritto direttamente quanto segue all’ufficio stampa di Microsoft Italia
Buongiorno, sono uno scrittore freelance per varie riviste e siti web italiani e stranieri. Come potete vedere dal mio sito, http://mfioretti.com, fra le altre cose mi interesso di formati aperti. Vi scrivo per chiedervi qualche riferimento preciso su quanto ho letto in merito all'Italia nel documento "Neutral Government Software Procurement Policies", che ho appena scaricato dal sito Microsoft. Mi riferisco al paragrafo intitolato "Italy: Government and Private Organizations Reject Document Format Preferences" (Italia: organizzazioni private e governative respingono le preferenze per i formati di documenti), che dice (traduzione di Marco): in Italia diverse amministrazioni regionali hanno esaminato i formati di documenti aperti, ma le proposte di preferire ODF sono state respinte. Oltre a questo diverse organizzazioni hanno respinto ogni preferenza per ODF e la National Trade Association (ConfCommercio? O chi altri?) ha fatto anche una dichiarazione in favore della neutralità per quanto riguarda i formati dei file. e quello che vorrei chiedervi è: 1) l'elenco preciso di quali regioni (o altre PA italiane) hanno respinto proposte di legge o altri regolamenti ufficiali che avrebbero fatto di ODF il formato preferito per le PA interessate, e link ai testi delle stesse proposte. 2) il testo completo (o link su Internet, ovviamente) della dichiarazione pubblica (della ConfCommercio) a cui fa riferimento il testo citato.
Visto che sono passati sei mesi e non ho ancora ricevuto nessuna risposta, ripeto quelle domande in pubblico, sperando di avere maggior fortuna. Che le cose stiano così potrebbe anche non sorprendermi, vista la situazione generale in Italia, però:
- sarebbe davvero interessante sapere quali amministratori hanno presentato o respinto certe proposte, visto che è periodo di elezioni regionali e che molti candidati di tutti i partiti hanno promesso ufficialmente di promuovere software e formati liberi se saranno eletti
- chiedere “neutralità a livello dei formati dei file” è una cosa ridicola in generale per ragioni che ho già spiegato. Anche se a chiederlo non fosse la stessa azienda privata che propone di risolvere i problemi dei suoi programmi con nuove tasse. A dire che tutti i formati di file sono uguali si rischia soltanto di sprecare un’infinità di soldi pubblici
- soprattutto, quando si fanno certe affermazioni bisogna citare le fonti. OpenDocument è una fonte potenziale di risparmi troppo importante per essere liquidato in due parole. In quel rapporto di Microsoft, il paragrafo sull’Italia e parecchi altri non forniscono alcuna fonte come prova di quanto affermano. È quindi opportuno che quel rapporto venga riscritto e che non gli si dia troppo peso fin quando non sarà stato riscritto.
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