A proposito di acqua pubblica o privata a Roma...
L'11 febbraio 2010 avrà luogo una manifestazione a Roma contro l’ulteriore privatizzazione di Acea, per ribadire (citando da inviti su Internet) che “l’acqua è un bene di tutti e che nessun Sindaco - per quanto eletto - può disporne come se gli appartenesse”
Approfitto dell’occasione per invitare tutti a rileggersi “Acqua pubblica o privata? All’australiana, grazie!": senza la massima trasparenza nella gestione fa pochissima differenza se un qualsiasi gestore è pubblico o privato. Per esempio, sia nei comunicati stampa sia sul sito di Acea si legge che al momento il Comune di Roma possiede il 51% della società. Ho provato a trovare eccezioni nello statuto Acea che assegnino poteri speciali a qualche azionista di minoranza ma non ne ho trovate. Se mi fossi sbagliato per favore segnalatemelo, visto che potrebbe parzialmente invalidare il discorso che segue.
Se ho capito bene, 51% basta e avanza per comandare. Se il Comune di Roma (cioè tutte le ultime giunte) ha il 51% vuol dire che a oggi il Comune ancora ha e ha sempre avuto il potere di anteporre l’interesse pubblico al profitto privato. Non solo a Roma, ma in tutte le controllate di ACEA spa. Idem per i Comuni serviti da quelle società locali. Per esempio Acea ATO 5 ha solo il potere di “attuare il Piano d’Ambito approvato dall’assemblea dei sindaci”.
Ma allora perché i risultati di questa gestione “pubblica” sono questi a Frosinone (Ato 5, 94% Acea):
"abbiamo il bacino idrico più ricco d’Europa, eppure, l’acqua spesso viene a mancare nelle zone servite da Acea Ato 5... La Regione Lazio ricompra a caro prezzo dalla Campania questa acqua prelevata gratuitamente da Cassino"
questi a Velletri (Ato 2, 94% Acea):
"È giusto pagare una bolletta più cara se l'acqua continua a mancare molte ore al giorno? È corretto il prezzo che viene imposto per un'acqua di fatto non conforme alle norme di legge e quindi non potabile? A questo grave fatto si aggiunge la mancata risposta da parte di Acea alle decine di reclami, contestazioni e messe in mora"
e questi a Zagarolo, sempre Ato 2:
"servizio razionato... fascia oraria non rispettata"
Come l’altro mio articolo, nemmeno questo è pro o contro la “privatizzazione dell’acqua” e non è nemmeno pro o contro la manifestazione dell'11 febbraio.
È solo un promemoria che se non si cambiano prima le regole nel modo giusto (trasparenza completa, definizione di responsabilità chiare, definizione e soprattutto applicazione rapida di sanzioni), fermarsi al discutere di “pubblico o privato” è quasi inutile, almeno qui e ora.
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