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Non c'è più distinzione fra produttori e fruitori d'informazione. Da almeno nove anni

Nel 2001, quando c’era il secondo governo Amato, sostenuto da Ulivo, PDCI, UDEUR e indipendenti ma ancora non c’erano YouTube, blog e social network, arrivò una proposta di legge che voleva, ovviamente nell’interesse dei cittadini, “regolamentare l’editoria elettronica”, cioè Internet. Se il discorso vi suona familiare è perchè è attualissimo, vedi il cosiddetto Decreto Romani e i timori di questi giorni sul Web chiuso per rettifica.

Se morissi adesso, chi baderebbe al tuo computer?

Abbiamo visto tutti, almeno una volta, uno di quei filmoni romantici e strappalacrime in cui qualcuno muore ma, un secondo prima di andarsene dice a chi lo sta abbracciando “promettimi che quando io non ci sarò più penserai tu a X”, dove “X” normalmente è un figlio ancora in fasce, genitori malati, la dimora di famiglia da sette generazioni o qualche animale domestico. Tutte le volte, non importa quanto siano gravi le condizioni del moribondo, questi riesce a resistere finchè chi gli tiene la mano gli risponde più o meno “Certo, non preoccuparti, X è in buone mani. Penserò io a tutto, so cosa fare”.

Un esercizietto sulla privacy online

Si sentono dire tante cose su come Internet sia una sorta di Grande Fratello, (quello vero…) capace di tracciare e riferire a poteri più o meno occulti ogni nostra mossa online, con tanti saluti alla privacy.