All Posts

Quella bomba a tempo delle scuole e di Facebook

Consideriamo questi due casi:

  1. un insegnante documenta una qualche attività svolta in classe pubblicando foto e dettagli vari non solo sul blog della scuola, ma anche su Facebook. Tanto, “cosa cambia tra un blog visibile a tutta Internet e una pagina di Fb con pochi iscritti?"

  2. (molto peggio del primo) un insegnante che crea un gruppo Facebook chiuso e segreto, appositamente per la didattica, cioè per condividere materiali, assegnare compiti, per ricordare consegne e scadenze, rispiegare argomenti su richiesta, nel gruppo stesso o anche con messaggi privato o chat

L'ignoranza che i docenti non possono più permettersi

Qualche settimana fa Noa Carpignano (di cui avevo già parlato qui per la sua DidaSfera) ha scritto qualcosa che sottoscrivo al 100% anche perché è ancora più rilevante ora che le scuole sono state (ri)autorizzate a prodursi in proprio i libri di testo, se lo desiderano (grassetto mio):

Sfida su Open Education? Ecco la mia proposta

Ieri è stata lanciata la sfida sulla Open Education: progettare, sviluppare e distribuire un corso online gratuito massivo, cioè alcun limite numerico alle iscrizioni. A caldo, dopo una prima, (molto) veloce lettura di regole e bando ho l’impressione che un tema perfetto per questa sfida sarebbe una cosa che vado proponendo da quasi tre anni, fra i primi al mondo per quanto ne so: insegnare a docenti e/o studenti delle scuole superiori uso e produzione di Open Data nella scuola, all’interno delle *NORMALI attività didattiche.

Perché certi corsi costano tanto se... sono online?

Perché certi corsi costano tanto se... sono online? /img/corsionline.jpg

Di recente qualcuno mi ha fatto questa domanda, a proposito dei corsi online della Free Technology Academy. Premessa: io sono da un paio d’anni uno dei tutor di FTA per i corsi GNU/Linux e, dallo scorso settembre, nel Board del Free Knowledge Institute, l’organizzazione che gestisce FTA e altri progetti. Per quanto riguarda quei corsi potrei fermarmi a dire che i loro costi derivano dal fatto che:

Book in Progress, un'interessante finestra sulla scuola italiana

Book in Progress è un progetto nazionale di autoproduzione di testi scolastici salito sulla ribalta un paio di anni fa, provocando domande come:

Come portare gli ebook nella scuola? Imparando dalla raccolta differenziata...

Come portare gli ebook nella scuola? Imparando dalla raccolta differenziata... /img/carolibri.png

Ho chiesto a un amico, insegnante da vent’anni, cosa ne pensa della proposta dell’editore Garamond di abbandonare i libri di testo in adozione e del mio commento che passare ai libri di testo digitali andrebbe bene… ma solo se fosse fatto in maniera aperta, cioè senza costringere nessuno a comprare e usare uno specifico lettore, che potrebbe magari sparire dal mercato dopo pochi anni (e se va come ha mette il MIUR, non sono preoccupazioni ipotetiche) a sentire il MIUR. Questa è la sua risposta.