Il primo rimedio contro l'ignoranza non è scuola o lavoro. È molto più semplice
Una delle tante inchieste sull’ignoranza degli Italiani dice tante cose giuste, e una sballata, che non fa nemmeno un favore ai genitori presenti e futuri.
L’inchiesta (del 2017) è quella intitolata “Analfabeti funzionali, dramma italiano” e la cosa sballata che dice è questa:
“Balsamo contro la perdita delle nostre capacità [di informarci, capire quel che succede e spiegarci correttamente] può essere tornare tra i banchi di scuola da adulti o partecipare attivamente al mondo del lavoro."
Questa affermazione è sballata per almeno tre motivi. Quello più ovvio è che un lavoro a cui partecipare attivamente bisogna non solo averlo, ma riuscire a mantenerlo, cosa che sarà sempre più difficile nei prossimi 10 o 20 anni. Il secondo motivo è che ovviamente tutti i lavori onesti hanno pari dignità, ma quelli che effettivamente ti aiutano a non abbrutirti sono molti di meno. E questo lo dice l’inchiesta stessa, ridimensionando parecchio l’affermazione qui sopra:
“non ogni occupazione può “salvarci” dall’essere potenziali analfabeti funzionali visto che solo alcune attività garantiscono il mantenimento se non addirittura lo sviluppo di capacità e conoscenze."
Il terzo, ultimo e più grave limite di affermazioni come quella è che quando le hai perse, certe capacità, è molto più difficile riacquistarle. Se ti rendi conto che non riesci a spiegarti correttamente e non capisci quel che senti o leggi quando sei già abbastanza grande per “tornare a scuola da adulto, o partecipare attivamente al mondo del lavoro”… non è certo troppo tardi per rimediare, ma certo è molto più difficile di quanto avrebbe potuto essere. E pure questo lo dice l’articolo stesso:
“L’assenza di un livello base di competenze [acquisite da giovani, NdA] rende difficili ulteriori attività di apprendimento”, tanto da portare le competenze dei giovani con background fragili a “invecchiare e deteriorarsi nel tempo”, rendendo per loro sempre un miraggio “l’accesso a qualsiasi forma di apprendimento”.
Il PRIMO e più efficace rimedio è anche quello più semplice
Il primo rimedio contro l’ignoranza, è molto più semplice che tornare a scuola da adulti o buttarsi ancora più pesantemente sul lavoro. È un rimedio che da solo non è sempre sufficiente (ma lo è in molti casi) e comunque è inevitabile. È un rimedio tanto più semplice quanto prima si mette in pratica. Ed è un rimedio che in quella stessa inchiesta è scritto nero su bianco, ma senza dargli l’importanza che merita.
Non stressatevi troppo con scuola e lavoro. E se siete genitori, non aspettatevi che la differenza possano o dovrebbero farla scuola o lavoro. Nell’inchiesta c’è scritto papale papale che, più di tante altre cose:
- I libri che abbiamo in casa fanno la differenza
- spesso gli analfabeti funzionali sono cresciuti in famiglie in cui erano presenti un numero limitato di libri.
- in Italia, in particolare, “il 73 percento dei “low skilled” (= incapaci, NdA) è cresciuto in famiglie in cui erano presenti meno di 25 libri”. Una mancanza che può portare i giovani a cadere in un crudele circolo vizioso.
Leggere? Ancora? Nell’epoca di video, Instagram e blog?
Sì, per la miseria. Fatevene una ragione. Che piaccia o no, tantissime delle cose che ti aprono di più la mente, nel minor tempo possibile a parità di risultati, sono ancora cose scritte. In video e immagini non c’è niente di male, ma non sono assolutamente sufficienti per risolvere i problemi di cui stiamo parlando.
Il rimedio che a tanti genitori non piace
Purtroppo sempre più genitori non sanno applicare questo rimedio, o fanno fatica a riconoscerne l’importanza, abbagliati da soluzioni e spiegazioni più facili, o che perlomeno non danno alcuna colpa a loro. Ma da quei tre punti sui libri, credetemi, non si scappa. Perciò:
- leggete sempre. Non esiste “non ho tempo”. Bastano 20 minuti al giorno, purchè sia roba di qualità. E oggi si può farlo pure con lo smartphone, ovunque, grazie ad app per leggere ebook, e siti da cui potete scaricarne a migliaia
- se avete o avrete figli piccoli, diciamo da 0 a 6 anni (ma pure fino a 10) leggetegli voi qualcosa ogni sera. Non esiste nessun altro modo altrettanto efficace per far piacere la lettura, ma fa bene in tanti altri modi
- Prima e dopo i 10 anni, continuate a far leggere regolarmente i vostri figli.
Secondo e terzo punto non significano certo costringere i figli a rinunciare a videogiochi, YouTube o (ci mancherebbe) attività all’aperto e con altri bambini. Significa che i genitori devono fare in modo che i figli leggano, sempre e di tutto e da prima possibile, con buon senso ovviamente. Scuola e lavoro non potrebbero mai sostituire i genitori in questo.
“Costringere” i figli ad amare e praticare la lettura è un investimento per il loro futuro probabilmente efficace quanto passare vent’anni scarrozzandoli da un’attività extrascolastica all’altra, con costi economici e psicologici molto maggiori. Non di rado, più efficace, o almeno meno pesante a parità di risultati. Allo stesso tempo, se non si nutrono mente e fantasia di un bambino facendolo leggere sempre, è piuttosto probabile che tutti quegli altri sforzi “per il suo futuro” risultino inutili, a lungo andare.
Ultimo ma non ultimo: parafrasando “Per un pugno di dollari”, quando un uomo che non legge e conosce si e no 2/3mila parole ne incontra uno che legge sempre e ha un vocabolario decente, l’uomo che deve vergognarsi e sforzarsi di cambiare è solo il primo. Qualunque età, lavoro o titolo di studio abbia, oppure no. Certo, oggi in Italia non è sempre così. Ma cerchiamo di arrivarci prima possibile, altrimenti è proprio inutile discutere di quasi tutto il resto.
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