Lo sapevi che quest'anno hai perso 142 Euro?
Sul serio. Controllate l’estratto conto. Li avete persi di sicuro, e la colpa è tutta di profumi e balocchi tarocchi.
Dice infatti un pregevole articolo di Repubblica che:
- crisi e acquisti su Internet hanno moltiplicato le vendite di prodotti contraffatti
- le mancate vendite ammontano a un 100 miliardi di euro l’anno
- i posti di lavoro persi per lo stesso motivo sarebbero “almeno 434.701”, in Italia 52.705
- si calcola che si perdano ogni anno “116 euro per abitante Ue, ma in Italia la perdita sale a 142 euro”
Mah. Francamente, quei dati, ma anche quel modo acritico di scriverne, mi ricordano più la storia dei domini Internet fasulli, che sarebbero stati la rovina dei vini italiani, rovina che come potete vedere da soli non c’è ancora stata. Rivediamo un po' quella lista.
Sul primo punto, nulla da dire. È ovvio che quando la gente ha pochi soldi cerca di spendere il meno possibile. I problemi iniziano col secondo punto: siamo sicuri che senza alcuna contraffazione si sarebbero venduti 100 miliardi di Euro degli stessi prodotti?
Sarebbe così se prodotti contraffatti fossero stati tutti venduti come autentici, nei negozi e canali di vendita ufficiali e a prezzi di listino, per un totale di 100 miliardi. Ovvero, se industrie che comunque fatturano miliardi non si fossero accorte che i loro rivenditori tenevano negli scaffali montagne di merce non proveniente da loro. Se fosse così, il problema sarebbe la loro incapacità, non certo la contraffazione.
Se invece quei 100 miliardi sono una stima, dichiarata dai fornitori stessi, di quanto si sarebbe venduto in più se tutti quelli che hanno comprato, per dire, una borsa di Gucci in spiaggia dall’ambulante di turno l’avessero invece comprata nei negozi ufficiali… allora quei 100 miliardi sono aria fritta da seppellire di risate. Chi compra una borsa “di Gucci” a 30 Euro, ovunque la compri, sa benissimo che è tarocca o rubata, ma lo fa perché una vera al prezzo vero non può permettersela. Se ragioniamo così, anche la Ferrari deve denunciare una perdita di almeno 300mila Euro perché io quest’anno non ho ancora comprato nemmeno UNA Ferrari 812 SuperFast.
I posti di lavoro persi vanno presi con la stessa cautela, per le stesse ragioni. Se la gente non ha più soldi per comprarsi certi lusso, chi li produce licenzierà, contraffazione o no. La contraffazione va combattuta comunque, ci mancherebbe, ma per motifi di salute pubblica, evasione fiscale e simili. Non certo perché ha fatto perdere posti di lavoro. A parte questo, scrivere cose come “almeno 434.701” fa un po' ridere, no? “Oltre 400mila”, oppure “circa 430mila” avrebbe un senso, per sparare cifre così precise serve la sfera di cristallo.
Passiamo alla quarta dichiarazione, quella che qui in Italia ci abbiamo rimesso tutti 142 Euro a testa. In quella frase, il passaggio chiave è “si perdano” invece di, per esempio, “ogni Italiano perde”. Perché mi fa tanto pensare che 142 sia semplicemente il risultato di 8.52 miliardi (*) di Euro diviso 60 milioni di Italiani. Cioè la parte italiana di quei già citati 100 miliardi da prendere con le molle, divisa per il numero totale di italiani, sessanta milioni. Ma se è così, quei 142 Euro non sono certo soldi che sarebbero mai finiti nelle tasche di ogni italiano, se non in minima parte, e comunque in teoria, tramite minore pressione fiscale complessiva. Mica siamo sessanta milioni di dipendenti, o azionisti, di quelle industrie.
Insomma, se è così certe sparate sono ridicole. E in ogni caso, ci vorrebbero come minimo più equilibrio e scetticismo prima di accettare o riferire certe lamentazioni. Non credo che aiutino davvero una causa importante come quella del Made in Italy, o in generale tanti lavoratori.
(*) cifra che, da articoli come questo sullo stesso problema in Italia mi sembra plausibile.
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