Voto online o elettronico. Certo, come no.
Avete notato le due cose che abbiamo imparato ultimamente sul voto elettronico e voto online?
La prima viene direttamente dalle elezioni politiche di marzo 2018. Dopo DUE MESI di scene così:
possiamo dire che almeno un merito indiscutibile quelle elezioni ce l’hanno: aver seppellito definitivamente di ridicolo l’argomento, già insostenibile da sempre, che bisogna votare elettronico “così appena chiuse le urne sappiamo subito chi ha vinto”. La prossima volta che viene ancora fuori, copritelo immediatamente e definitivamente di risate, grazie.
L’altra cosa, relativa al voto via Internet e ancora più recente, viene direttamente da Brindisi:
“Erano diversi i metodi, secondo la procura, per convincere i dipendenti… a dare la loro preferenza a [candidati assessori e sindaci]: i messaggi whatsapp inviati esclusivamente con i cellulari di servizio e le pressioni esercitate approfittando del ritardo del pagamento degli stipendi. “Prendiamoci per mano e andiamo a votare il nostro sindaco, tutti insieme…"”.
chiaro il discorso? Se si votasse online, cioè con lo smartphone, chi oggi può usare gli smartphone solo per fare pressioni, o farsi mandare foto della scheda appena compilata, potrebbe:
- farsi mandare direttamente via WhatsApp o qualsiasi altro canale le schermate del voto appena fatto, ovunque sia stato fatto. Cioè prove altrettanto certe di come si è votato, se non più; ma soprattutto prove molto meno rischiose da fare e spedire di foto scattate dentro la cabina
- mandare direttamente messaggini che dicono, più o meno in codice ma senza equivoci, “vieni a votare davanti a me oggi pomeriggio”
Insomma, il voto online o elettronico per le votazioni serie si conferma un’idea da evitare per questi e tanti altri motivi. E le proposte più sensate per ridurre sprechi e possibilità di brogli continuano a sembrarmi quelle digitali, sì, ma di tutt’altra natura.
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