A tutti quelli che "le interfacce vocali sono il futuro"
dedico innanzitutto questi due commenti assolutamente REALI, appena visti su Facebook:
- TIZIO: “Sto testando Google Home… Dovrebbero consentire una maggiore personalizzazione del messaggio di attivazione, altrimenti con un “Ok Google” si svegliano tutti gli smarphone e gli assistenti di casa…”
- CAIO: “vero.. se dico Ok Google in casa sento un coro di risposte! Inizia lo smartphone, poi il mio tablet, il cellulare di mia madre ed il tablet di mia madre, il cellulare di mio fratello e ci sono un paio di ospiti co dispositivo Android in tasca il coro della filarmonica di Berlino ci fa un baffo”
e poi questa storica vignetta (1):
e tutta la scena in cui Dilbert sta sotto la doccia a controllo di temperatura vocale, il suo cane parlante gli chiede “in che anno è ambientata Odissea nello Spazio?”, e lui si ustiona perché risponde “2001”.
In generale, le interfacce vocali sicuramente hanno un senso e un ruolo. Ma certe applicazioni e proposte, anche se non fossero inutili a priori (2), dovranno come minimo essere in grado di gestire davvero anche famiglie reali, non solo fighetti che vivono da soli.
Anche perché…
(paragrafo aggiunto il 20/4/2018)
Io sulla “casa intelligente” ho grossissimi dubbi di fondo che con le interfacce vocali non c’entrano nulla.
Ma limitatamente alle interfacce vocali, per me il grosso problema non è il rumore di fondo che potrebbe disturbare LORO (che comunque ritengo problema non trascurabile): è il rumore di fondo che loro causano. Il pensiero di stare al cinema, in metropolitana, al ristorante, o anche solo in casa a leggere un libro, ma in mezzo a gente che, anche solo per spegnere una luce, è stata addestrata a parlare anzichè premere un bottone senza rompere i cabasisi al prossimo, mi turba davvero.
Perché già oggi siamo tutti già afflitti a sufficienza da chi, per dire, manda o ascolta continuamente messaggi vocali whatsapp senza rendersi conto di quanto disturba chi ha intorno.
PS: poi è anche vero che il mondo non è bianco o nero, e quindi, per esempio, una casa a controllo vocale è un progresso vero per un anziano o invalido, soprattutto se vivono soli.
- la vignetta completa, scritto VENTIQUATTRO anni fa,è qui
- perché la casa veramente smart è quella che di elettronica, soprattutto a perdere, ne contiene il meno possibile
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