Fare i giornalisti prendendo in giro la privacy
Domanda: come fa l’Ordine dei Giornalisti, se non i tribunali, a tollerare articoli come questo, in cui i giornalisti prendono in giro la privacy delle vittime di un reato?
Di articoli come quello ne escono regolarmente, e sono tutti costruiti con lo stesso schema, che in quel caso ha questa forma:
Nome e cognome non li dico. Dico “solo” quanti anni hai, dico che sei probabilmente prosperosa, dico che stai o stavi in una associazione riconoscibilissima e di cui fa parte, a spanne, un tuo coetaneo su 200, dico che sei sudamericana, dico in che zona vivi, dico dove stavi due anni fa. Ma nome e cognome no, così NESSUNO potrà riconoscerti, giusto? E potrai campare tranquilla.
Altro esempio, stavolta a danno dell’ancora presunto colpevole di un reato:
nome e cognome non li scriviamo, ma l’arrestato è “un idraulico fiorentino di circa 55 anni [residente] in via Locchi, periferia nord di Firenze, non sposato e vive con i genitori”.
Ripeto: come fa a essere legale, o almeno ammissibile dall’Ordine dei Giornalisti? Boh.
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