Assicurazione RC auto? Grazie a Facebook, NON paghi meno
Care TUTTE le mie conoscenze che
- “io di computer non ci capisco niente, e non riesco nemmeno a spedire un allegato via email, dammi tu una mano” (cit.)
- “io so usare SOLO Facebook e WhatsApp, e ho pure speso 500 Euro di smartphone per farci SOLO quello”, quindi come posso non avere le competenze per asserire con serena certezza che…
- “io non ho nulla da nascondere” (cit. N. 2)
- “basta che fai gruppi privati, e sui social non esiste il problema della privacy” (cit. N. 3)
- “insomma, ‘sti 500 Euro ormai li ho spesi, me ce lascerai sentì figo, o no?”
care amiche e amici, credendo di farvi cosa gradita, o quanto meno utile, questa “notizia”, che notizia non è perché era cosa ovvia da un pezzo, è tutta per voi.
Senza offesa e nulla di personale, ovviamente:
In pratica non si tratta di maggiorazioni ma di sconti. Comunque fino a 350 sterline l’anno, mica bruscolini. E fra i criteri che identificheranno chi **NON **potrebbe usufruirne troviamo l’abuso, in post, commenti e “mi piace”, di cose come:
- punti esclamativi
- assoluti tipo “SEMPRE” o “MAI”, indice di eccessiva confidenza in sè stessi
La tentazione di dire che è una cosa giusta, anzi doverosa, a patto che la regolino per far pagare di più soprattutto per far pagare di più tutti quelli… che su Facebook postano soprattutto bufale e gomblotti, è forte, lo ammetto. Ce l’ho anch’io.
Però fatelo uno sforzo, per favore:
- Pensate a profilazioni del genere per i neopatentati, che magari sono stati costretti a usare Facebook intensivamente anche… dai loro insegnanti
- Pensate all’uso di sistemi del genere anche per le assicurazioni sanitarie, o per richiedere un mutuo. Pensateci solo per un attimo, tanto è solo fantascienza… anzi no, col cavolo.
- Pensate all’uso che se ne potrebbe fare per spingere la gente a votare o non votare come vuole chi paga di più. Anzi, che se ne sta già facendo.
Pensate seriamente a tutte queste cose, e poi fatevene una ragione: Facebook, WhatsApp (*) e simili sono comodissimi, facili, pratici, sono utilissimi per sfogarsi e in generale rassicuranti, perché ti fanno sentire che non sei tagliato fuori, ma al passo dei tempi. Meglio usarli il meno possibile. Perché, con le dovute proporzioni, sono come l’amianto. Ora non ti accorgi di niente, poi dopo 10 anni ti rendi conto (se ti va bene) che ti hanno creato problemini mica trascurabili
(*) WhatsApp appartiene a Facebook, e gli comunica tutti i dati che raccoglie dalle vostre chiacchierate, perché vengano usati esattamente negli stessi modi e per gli stessi motivi. O credevate che fosse gratis perchè lo regala la Fata Turchina?
Aggiornamento ore 10:45 2 novembre 2016:
C’è chi non vede nessun problema nell’offerta, perché “se vuoi lo sconto partecipi, se no no”, e perché “è tecnicamente possibile filtrare e usare SOLO i post di chi il consenso l’ha dato”. Chi dice così, non ha considerato che anche un’offerta del genere ha come minimo implicazioni di autocensura e discriminazione per i meno abbienti segnalate in questo post di Open Rights Group: in sostanza, è giusto che solo chi può spendere 350 sterline in più per qualcosa di obbligatorio abbia diritto alla privacy (sempre in teoria, poi)?. Quello stesso post, fra l’altro, annuncia che per gentile concessione di Facebook, quella compagnia di assicurazione NON potrà, in effetti, usare i dati di Facebook in quel modo. Cioè si conferma che, anche in questo caso, chi decide davvero non sono enti pubblici, ma aziende private.
A parte questo, non c’entra niente che sia tecnicamente possibile tracciare solo i post di chi ha acconsentito. Senza offesa, è una considerazione ridicola. Il problema è che è tecnicamente possibile, con il consenso di Facebook, fare il contrario, e che non c’è NESSUNA garanzia che ciò non avvenga. Vedi quel che è riuscita a combinare Volkswagen col software delle sue auto, se servono conferme di quel che si fa quando sono in gioco certe somme.
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