Sono davvero un darwinista digitale?

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Una ventina di mesi fa ho scritto due pezzi, a pochi giorni l’uno dall’altro. Nel primo c’è il mio sconforto per la scuola che non sa nemmeno i link. Nell’altro suggerivo che, visto che non avevano causato la fine del mondo come tanti temevano, dopo il passaggio alle iscrizioni online potremmo spegnere tutto il resto: cioè, semplificando chiudere, subito e senza troppi patemi d’animo, (quasi tutti) gli sportelli di tante pubbliche amministrazioni, ospedali inclusi, sostituendoli con procedure via Internet.

Per quei due pezzi ricevetti subito qualche accusa di “darwinismo digitale” e calorosi inviti a leggere l’accorato “60/70enni: non potete costringerci, col vostro Internet uscito due giorni dopo l’articolo sulle iscrizioni. Perché “gli anziani e chi in generale non ha ancora dimestichezza con Internet… va educato, non assalito”.

All’epoca non ho avuto tempo e modo di rispondere adeguatamente. Provo a farlo ora, visto che il tema vero, ancora attuale e soprattutto di interesse generale è: che dovrebbe fare l’Italia, costringersi/costringere tutti a “quel vostro Internet” o lasciare ad anziani e non-nativi digitali “la possibilità di fare qualcosa autonomamente… [anzichè] supplicare i nipoti di aiutarci?”

Io non dico che chi ancora non sa usare il computer va abbandonato a sè stesso. Anzi. Io dico PROPRIO che tutte queste persone vanno aiutate ed educate, MAI lasciate sole, visto che ci sono molti più modi (anche poco costosi) di farlo, ma che bisogna farlo e basta, abbandonando le alternative, e subito! Perché…

Primo, siamo realisti: o così o niente

L’Italia è piena di Bancomat da almeno trent’anni, ma quando sono ancora costretto ad andare in banca, trovo sempre qualcuno che rallenta la fila per chiedere allo sportello l’estratto conto che potrebbe prendersi alla macchinetta fuori. La maggioranza (ripeto: la maggioranza) dei 60/70enni italiani di oggi non passerà mai a usare computer e Internet finché potranno farne a meno. Potremmo consumare miliardi di Euro di pubblicità progresso, corsi e roba del genere, servirà a poco o niente finchè i servizi digitali saranno presentati come una bella opzione.

Aspettare che “siano pronti” a passare al digitale, senza “stimoli” esterni forti, la maggioranza dei cittadini di un paese con la struttura demografica dell’Italia attuale è non voler fare niente. È assolutamente equivalente a dire “aspettiamo che siano morti tutti, poi ci penserà qualcun altro”. E non credo che possiamo permettercelo. Abbiamo bisogno ORA di servizi efficienti, e gli anziani, vedi punto due, ne hanno più bisogno degli altri.

Secondo, non è affatto cinismo. Cinismo è quel che facciamo oggi

Ogni volta che mi capita di andare al Pronto Soccorso pubblico trovo SEMPRE DUE LUNGHE FILE. Ne avevo già parlato qui, con tanto di foto. Una fila è proprio al Pronto Soccorso, perché non ci sono soldi per assumere abbastanza medici e infermieri. L’altra fila, venti metri più in la, è quella per prenotare visite specialistiche da impiegati pagati appunto per ricevere quelle richieste, anziché farle fare online. Ma quegli sportelli, ovvero tutto il modo di fare che c’è dietro, sono proprio il tipo di strutture che la signora della lettera vorrebbe conservare per “poter essere autonoma”, senza apparentemente considerare che i soldi per tenere in piedi anche quella roba SONO FINITI. È per i tanti casi come questo che le grida allo scandalo in difesa degli anziani “assaliti” dalle nuove tecnologie mi lasciano perplesso. Gli anziani sono continuamente assaliti tutte le volte che:

  • non hanno spazi

  • non hanno nessuno con cui parlare

  • non hanno assistenza sanitaria perché gli ospedali pubblici chiudono

  • non possono muoversi perché i trasporti pubblici fanno schifo,

  • non possono comprarsi le medicine

  • hanno bisogno di assistenza fiscale perché le dichiarazioni dei redditi sono ancora complicate in maniera incivile

A questo tipo di assalti, che fanno tutti schifo, ormai sembriamo quasi tutti rassegnati o insensibili. Non sarà per questo, o proprio per non pensare a quegli altri problemi, che chiamiamo “assalto agli anziani” anche il farli passare al digitale prima possibile, con tutto l’aiuto del mondo ma senza proporla come opzione? Io non mi sento affatto un darwinista che assale gli anziani e vuole emarginarli a fare proposte del genere, anzi. Tutto il contrario. Io mi vergogno molto di più per la mia corresponsabilità, per quanto indiretta, nell’aver già messo tanti anziani d’Italia in quelle condizioni che nel dirgli, perché ci credo fermamente, “facendo queste cose con i computer da subito sarebbe molto più facile trovare soldi per migliorare quegli altri servizi, quelli certo non risolvibili con i computer”. Non è certo l’unica misura da prendere, ci mancherebbe. Ma se davvero vogliamo migliorare tanti servizi pubblici in tempo utile, cioè prima che gli anziani e gli adulti di oggi passino, una loro digitalizzazione seria (*) non è nè coatta nè darwinista. È solo inevitabile e molto più umana delle alternative.

Al punto in cui siamo, dobbiamo:

  1. rendere subito necessario usare internet e servizi digitali, rendendo illegale discriminare chi vuole usarli (ad esempio, perché il Canone RAI si può pagare via Internet solo annualmente?

  2. assistere in tutti i modi possibili, mobilitando anche tutto quel mondo del volontariato che già oggi aiuta i più sfortunati, chi non riesce subito a fare da solo

Con il punto due intendo sia assistenza dai familiari (come già faccio io da un pezzo, per la cronaca) sia, per chi non ha questa fortuna, “punti Internet” presidiati a turno da volontari. in tutte le parrocchie, bocciofile, centri anziani eccetera. Funziona anche senza banda larga dappertutto ed è infinitamente più realistico. Non è fantascienza, è solo quello che è già successo in realtà con le iscrizioni online. Realizzati in quell’ordine, i due punti si giustificheranno a vicenda e con una grossa sorpresa. Tanti anziani che sono molto più maturi, svegli e motivati dei loro nipotini “digitali” che in realtà non vanno oltre Facebook & C:

(*) in questa pagina “passare al digitale” e “digitalizzazione dei servizi” sono solo un’abbreviazione di, più o meno, “riorganizzare da cima a fondo i servizi, semplificandoli il più possibile e offrendone certe parti solo in formato digitale”. Perché fare versioni 100% digitali delle stesse procedure che si facevano con carta e bolli non risolve NULLA, anzi, peggiora le cose. Lo so benissimo, qui dico “digitalizzazione dei servizi” solo per far prima e perché è comunque un argomento separato.

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